Breve premessa: "Democratici Laici Socialisti" è il nome della componente politica dei DS nata dalla 3a mozione congressuale, quella di Angius prima che lasciasse i Ds, e che sostanzialmente si dice d'accordo con il PD ma ne contesta metodi di costituzione, scarsi spazi di partecipazione dei cittadini, poca democraticità, e vuole un partito decisamente laico.
Cmq, qui di seguito vi metto l'articolo che ho scritto per il sito nazionale dei DLeS settimane fa a proposito della grave sconfitta elettorale del Centrosinistra alle elezioni comunali di Gorizia:
Gorizia: alcune riflessioni su una clamorosa sconfitta
di Marco Rossi
L’Ulivo al 17,44% è il triste epilogo del “caso Gorizia”, che aveva tenuto banco anche sulla stampa nazionale a seguito della spaccatura interna al Centrosinistra e della decisione di candidarsi dell’ex sacerdote Andrea Bellavite, supportato da Rifondazione Comunista, Verdi, Italia dei Valori ed esponenti della società civile e di Sinistra Democratica (il “Forum per le Primarie”).Al di là delle situazioni locali, alcune riflessioni restano utili anche per il contesto nazionale. La giunta uscente è stata “silurata” al primo mandato, dallo stesso partito, si badi bene, che esprimeva il sindaco Vittorio Brancati, e cioè la Margherita. E da allora una lotta intestina ai DL isontini ha dilaniato il centrosinistra goriziano portandolo all’autodistruzione.E benché il PD debba essere, almeno nei proclami, il partito delle primarie e della partecipazione, il processo di scelta del candidato dell’Ulivo è stato tutt’altro che limpido: non si sono fatte le primarie e l’Ulivo goriziano ha anzi imposto all’Unione un candidato considerato non accettabile da parte rilevante della coalizione: di qui una spaccatura con fuoriuscita di militanti sia dai Ds che dai DL e una sconfitta che, seppure comunque probabile, poteva forse essere evitata o resa meno traumatica se si fosse rimasti uniti.Un caso interessante, quello di Gorizia, perché della candidatura di un sindaco con una sola lista, l’Ulivo, contentore di DS, DL, Repubblicani europei e SDI, si era voluto fare l’emblema e il prototipo del futuro Partito democratico. Un partito democratico che in questo suo pre-test ha raggranellato un magrissimo 17,44% rispetto al circa 30% raccolto dall’Ulivo alle politiche dello scorso anno.Una sconfitta molto grave quindi per l’Ulivo, che per giunta è arrrivato solo terzo: causa anche un esteso ricorso al voto disgiunto (spia di un profondo malessere nell’elettorato ulivista), il candidato dell’Ulivo Giulio Mosetti ha ottenuto appena il 16,13%, superato da Andrea Bellavite che ha ottenuto il 20%.Viene sconfitto, peraltro, anche un certo progetto che mirava a dimostrare, in effetti, l’autosufficienza dell’Ulivo-PD, disposto solo a posteriori ad apparentamenti al 2° turno: non necessariamente con il resto della sinistra ma anzi più probabilmente con le liste civiche centriste. Eppure evidentemente l’elettorato di sinistra non ha gradito: non ha gradito l’evidente scollamento tra i proclami che fanno dell’Ulivo la vera forza politica innovativa e partecipata, ed una candidatura emersa in modo conflittuale e non compresa dagli elettori. E in particolare l’elettorato Ds è stato disorientato dalla presenza di figure storiche e carismatiche della sinistra riformista goriziana nella lista concorrente del Forum, che ha saputo suscitare gli entusiasmi e la partecipazione a cui in teoria dovrebbe aspirare il Pd. Un monito molto chiaro per il futuro della Sinistra: continueranno gli elettori di sinistra a votare il simbolo dell’Ulivo-Pd?A Gorizia pare che non sia successo. E la connotazione fortemente centrista e moderata del candidato ulivista, non ha che incrementato il distacco dell’elettorato ds. Ne esce dunque una duplice lezione: il Pd, se connotato in maniera troppo moderata e se troppo egocentricamente convinto di una propria autosufficienza politica che, nei numeri, non c’è, rischia 1) di perdere le elezioni e 2) di perdere gli elettori di sinistra.
Marco Rossi – Democratici Laici Socialisti di Gorizia
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