Apprendo grazie ad un mio amico che vive a Barcellona da due anni, che in queste ultime settimane il paese iberico è stato scosso dal dibattito provocato dalle dichiarazioni del vescovo di Tenerife sulla questione della pedofilia.
Per chi si è perso la notizia, come me, ecco un articolo di Laura Eduati.
Il vescovo di Tenerife, Bernardo Alvarez, taglia corto: alcuni ragazzini desiderano essere abusati sessualmente e all'occasione incitano i propri violentatori. E per quanto riguarda la pederastia, si tratta di un vizio come l'omosessualità. Tra le due inclinazioni, insomma, non ci sarebbe alcuna differenza.
Sic et simpliciter.
In una intervista pubblicata giovedì da La opinión de Tenerife, il monsignore si dice certo che «soltanto il 6% degli omosessuali ha una base biologica. Non bisogna confondere l'omosessualità come necessità esistenziale di una persona, con quella praticata come vizio. La persona la mette in pratica, come potrebbe praticare l'abuso sui minori. Lo fa perché attratto dalla novità, una forma diversa di sessualità».
Incalzato dalla giornalista che tenta di porre delle obiezioni, Alvarez prosegue imperterrito dicendo che «ci possono essere dei minori che acconsentono» all'abuso. Meglio: «Ci sono degli adolescenti di 13 anni che sono minori ma sono perfettamente d'accordo e, per di più, lo desiderano. E se non stai attento, arrivano a provocarti».
Dopo l'intervista, il diluvio. Di critiche, naturalmente.
All'opinione pubblica spagnola le parole del vescovo sono parse una volgare giustificazione degli abusi compiuti dai sacerdoti sui bambini, un tema portato alla ribalta dal film di Pedro Almodovar La mala educaciòn.
Alvarez non ha voluto commentare né smentire, e la stessa conferenza episcopale spagnola ha preferito il silenzio stampa. Il ruolo di parafulmine è toccato al vicario di Tenerife, che nelle ore successive ha cercato di correggere: «Il vescovo non intendeva giustificare né comprendere un fenomeno assolutamente ignobile come l'abuso sui minori». Non si tratterebbe nemmeno di un errore del quotidiano, che ieri ha ceduto le tracce dell'intervista registrata dalla giornalista, riascoltabile all'infinito sul sito de El Paìs.
Il difensore dei minori di Madrid ha utilizzato la parola "barbarie" per definire la conversazione del prelato: «Mi piacerebbe che (Alvarez) la smettesse di usare questi messaggi dei bambini perché si tratta del messaggio che giustifica la pedofilia», visto che tra i pedofili gira la convinzione che siano i ragazzini a volere gli abusi.
Il governo spagnolo ha lasciato la parola a Pedro Zerolo, storico militante del movimento gay, oggi responsabile dei movimenti sociali per il Psoe e felicemente sposato con il suo compagno: le dichiarazioni del vescovo sono «irresponsabili», frutto di «una linea integralista che «avrà sorpreso gli stessi fedeli cattolici». Per Zerolo si tratterebbe di una boutade politica in vista della manifestazione delle famiglie cattolice in programma domani a Madrid, una delle decine di iniziative degli ultracattolici spagnoli inferociti contro le politiche dei diritti civili inaugurate da Zapatero. Durante il corteo è previsto il collegamento in diretta con Benedetto XVI dal Vaticano.
Giusto ieri gruppi di anti-abortisti si sono raccolti davanti alle cliniche madrilene per protestare contro l'interruzione di gravidanza, che in Spagna è legale ma subordinata anche fino al terzo mese al pericolo psico-fisico della madre. In realtà, di fronte ad una donna che chiede di abortire, i medici spagnoli nella stragrande maggioranza dei casi dà il via libera senza approfondire le motivazioni, allineando de facto la legislazione al resto dei Paesi europei.
Sono molti i contenziosi e gli attriti tra i vescovi e Zapatero: l'ora di religione, l'introduzione di una materia che insegna i diritti dei cittadini, il finanziamento alla chiesa cattolica, le nozze gay.
Eppure la linea del governo socialista si è notevolmente ammorbidita negli ultimi tempi, anche in vista delle elezioni di marzo. Poiché i sondaggi vedono in ascesa il partito popolare, gli spin doctors hanno consigliato a Zapatero di fare retromarcia nella battaglia per la laicità. E nel programma con il quale l'attuale premier si ripresenterà agli elettori sono scomparsi i riferimenti alla legalizzazione dell'eutanasia e alla correzione della legge sull'aborto, come anche la proposta di tagliare il finanziamento statale alle diocesi. Minacce che tenevano sul filo i prelati spagnoli ma che per il momento non verranno messe in pratica.
Moderazione, questa la parola d'ordine dei socialisti dopo le faville dei primi tempi di governo. Una moderazione che, secondo gli analisti al servizio del premier, dovrebbe servire a non porre troppi problemi di coscienza all'elettorato particolarmente religioso, ancora sotto choc dopo la celere approvazione del matrimonio tra omosessuali.
Il segno del riavvicinamento tra Madrid e Ratzinger si è concretizzato nella presenza della vicepresidente Marìa Teresa Fernandez de la Vega alla nomina di 23 cardinali alla fine di novembre in Vaticano: uno di questi, l'ex arcivescovo di Valencia Agustìn Garcìa-Gasco, è il centravanti di sfondamento del papa in Spagna, l'organizzatore della visita del Pontefice a Valencia e pubblico fustigatore della politica di Zapatero. Che per vincere una seconda volta deve fare i conti con l'anima cattolica di molti elettori.
Ora... vengo a dunque. Perché ho pubblicato quest'articolo? Perché vorrei fosse chiaro che quando si dice che il Papa è alfiere della libertà di espressione, che bisogna dialogare con la Chiesa... bè vorrei si capisse che è QUESTA la chiesa con cui si vorrebbe dialogare.
E io francamente ne farei anche a meno di dialogare con questi qui...
2 commenti:
Appunto.
Direi che tutto ciò è mostruoso e che non occorre aggiungere altro.
Grazie per aver pubblicato questa notizia, mi era sfuggita. Ora sono anche più convinta della necessità di mettere fine ad una moderazione (quella dei laici italiani) che in realtà cela solo questioni di utilità politica.
Grazie per l'incoraggiamento :-)
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