venerdì 11 gennaio 2008

Ma che significa essere moderati?

Ultimamente c'è la moda dell'inneggiare ai moderati.
Si dice che il Pd deve fare attenzione all'elettorato moderato.
Che bisogna smetterla con gli estremismi e pensare a dialogare tra forze politiche con moderazione, pacatamente.
Ma mi sto chiedendo che significhi essere moderato.
Capirei che uno mo dicesse: "Io sono per il federalismo/contro il federalismo" "Sono europeista/euroscettico" "Sono contro l'immigrazione" "Sono per la laicità dello Stato/contro la laicità dello Stato".
Mi risulta meno chiaro cosa voglia dire "Io sono un moderato".
Forse vuol dire che fa le cose con moderazione? Beve con moderazione? Mangia con moderazione? Scopa con moderazione? ...magari gliel'ha consigliato il medico (Sirchia?).
O forse è moderato nel senso che parla a bassa voce? "Ehi, lei! Si moderi!" In questo caso il candidato ideale di un partito moderato sarebbe Marzullo, e il partito potrebbe chiamarsi "Sottovoce" (la campagna elettorale sarebbe sponsorizzata dalla Eminflex).
O infine, ed è il mio sospetto, "moderato" significa che si hanno idee, ma con moderazione. Tipo un'idea all'anno non di più che altrimenti si fonde il cervello. Va ben che il cervello non è un muscolo ma meglio non affatircarlo, non si sa mai...
Che poi il contrario di moderato qual è? Eccessivo? Sguaiato? Prorompente? mmm... ci devo pensare...

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Io sospetto che oggi l'essere moderati significhi manifestare le proprie idee, ma senza troppa convinzione perché altrimenti si diventa... come dire... veementi. E si sa che tra la veemenza e l'estremismo il passo è breve! Naturalmente io sto facendo dell'ironia. Per me la moderazione è un terreno pericoloso soprattutto in politica; mi sembra un po' l'anticamera della morte delle idee, per la serie: ho un'idea, ma non voglio sbandierarla troppo, perché in fondo, non ne sono convinto.
Io preferisco parlare di tolleranza; tolleranza per le idee altrui, per l'apparteneza politica ecc. In questo senso si può parlare anche di moderazione, ovvero che ciò che io sostengo non è LA legge e quindi c'è spazio pure per l'opinione degli altri. Cosa che l'estremismo non consente, di solito. Eppure, non credo neppure che questo mio discorso riesca a dare un quadro completo di ciò che intendo. Ci penserò :)

Marco Rossi ha detto...

Credo di aver capito cosa intendi. E condivido.
In effetti anche secondo me molti si definiscono moderati ma solo per mascherare la propria mancanza di progettualità, di capacità di ideare e pensare a lungo termine.

Tipo spesso si dice che bisogna essere riformisti ma moderati. Bè... riformista vuol dire che si ritiene possibile una società migliore, più equa e più giusta, e che si agisce attraverso riforme progressive per raggiungere quello scopo. Moderatamente riformista cosa vorrebbe dire? Che sì, bè... facciamo le riforme con moderazione? Pian pianino così la gente non se ne accorge???
Oppure... el facciamo a metà, giuso così non possono dire che non le facciamo, ma al tempo stesso non cambia niente perché son mezze riforme...

Non è che per caso il moderatismo nasconde nient'altro che, per dirla con Lampedusa, il "cambiare tutto per non cambiare niente"???