sabato 11 luglio 2009

Marino e la questione dei circoli

Lo stupratore seriale di Roma era il coordinatore di un circolo del Pd. Per Marino c'è una "enorme questione morale" ma per Bersani "nemmeno il peggior nemico dice di noi queste cose!".
Al di là del fatto che l'uscita di Marino è stata in effetti inopportuna, e che è davvero impossibile riuscire a sapere prima chi può essere uno stupratore, sarebbe però opportuno aprire una parentesi, un vaso di pandora anzi. Come dice Marino "quali sono i criteri con cui vengono scelti i coordinatori?".
Ebbene, c'è sicuramente in molti casi la tendenza a scegliere "l'unico che voglia farlo", specie nei piccoli paesini, oppure persone inopportune ma che vengono scelte perché risultato di lunghissime mediazioni tra correnti e correntien. Insomma il problema della qualità dei dirigenti locali spesso c', e molto spesso sarebbe opportuno l'intervento di livelli superiori, perché l'autonomia federale dei vari livelli non può diventare alibi per lasciare i Circoli a se stessi.

Bè, per fortuna il mio circolo ha un ottimo segretario, ma il problema sollevato da Marino c'è, anche se non in riferimento al caso di Roma, per fortuna!

giovedì 9 luglio 2009

PressEurop

Presseurop.eu è un nuovo sito che raccoglie il meglio della stampa europea. E' un progetto europeo che, per la parte italiana, vede la partnership di Internazionale, il settimanale che da anni pubblica in Italia i migliori articoli della stampa mondiale, dandoci di noi e del mondo uno sguardo globale e spesso diverso ad quello a cui siamo abituati.

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venerdì 3 luglio 2009

Perché si attacca la Corte


Il Palazzo della Consulta, sede della Corte Costituzionale


Confrontandole, la facilità con cui Di Pietro si scaglia contro il giudice della Corte Costituzionale che ha ammesso e difeso la propria scelta di invitare a cena Berlusconi, e la difficoltà o timidezza con cui il Pd prova a farlo, la differenza non si spiega.

Tuttavia, a spiegare il diverso atteggiamento è il timore da parte del Pd che l’attacco ad un esponente piuttosto imbarazzante della Consulta diventi un attacco all’istituzione in sè, una delegittimazione di un organo che ha comunque fortemente contribuito all’attuazione della Costituzione e alla sua difesa, anche contro Berlusconi. Dubito che così complesse considerazioni facciano parte delle valutazione di Di Pietro, non di meno condivido in toto le sue critiche al personaggio.

Che tuttavia attaccare la Costituzione possa rivelarsi un’arma a doppio taglio, è fin troppo palese: è quel che aspetta Berlusconi da anni, un’occasione per disfarsi di qualcosa che è per lui troppo super-partes, cioè troppo ossequioso all’esprit de la loi e troppo poco a lui stesso e allo spoil system. Fatto questo, non mancherebbe che mandare in pensione Napolitano e il gioco sarebbe fatto: il potere si concentrerebbe nel lìder maximo.

Ed è assolutamente interessante notare che così come Di Pietro si trova oggi ad attaccare la Corte, lo scorso anno attaccava Napolitano. Il gioco è evidente: delegittimare le due istituzioni di garanzia, ma fare in modo che a delegittimarle sia la stessa sinistra. Il Partito democratico è riuscito finora a sottrarsi all’inganno, mantenendo costante la propria caratteristica di principale forza schierata.

Per il Pd è comunque una delle tante situazioni in cui una posizione ragionevole e assolutamente responsabile si presta alle critiche perché ne risulta difficile da spiegare le motivazioni profonde. Questa volta tuttavia mi sento di dire che, vista la posta in palio, la nostra Costituzione, forse vale la pena di prendersi questo fardello.