Confrontandole, la facilità con cui Di Pietro si scaglia contro il giudice della Corte Costituzionale che ha ammesso e difeso la propria scelta di invitare a cena Berlusconi, e la difficoltà o timidezza con cui il Pd prova a farlo, la differenza non si spiega.
Tuttavia, a spiegare il diverso atteggiamento è il timore da parte del Pd che l’attacco ad un esponente piuttosto imbarazzante della Consulta diventi un attacco all’istituzione in sè, una delegittimazione di un organo che ha comunque fortemente contribuito all’attuazione della Costituzione e alla sua difesa, anche contro Berlusconi. Dubito che così complesse considerazioni facciano parte delle valutazione di Di Pietro, non di meno condivido in toto le sue critiche al personaggio.
Che tuttavia attaccare
Ed è assolutamente interessante notare che così come Di Pietro si trova oggi ad attaccare
Per il Pd è comunque una delle tante situazioni in cui una posizione ragionevole e assolutamente responsabile si presta alle critiche perché ne risulta difficile da spiegare le motivazioni profonde. Questa volta tuttavia mi sento di dire che, vista la posta in palio, la nostra Costituzione, forse vale la pena di prendersi questo fardello.
1 commento:
E' una coperta giustificativa alle titubanze del PD degna della Compagnia di Gesù....:-)Tuttavia, non si può negare che abbia una sua innegabile fondatezza
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