lunedì 29 dicembre 2008

Un bilancio per Bush Jr.

Ho appreso dal tg che secondo Laura Bush, moglie del presidente americano Bush Jr., la presidenza di quest'ultimo non è stata negativa, anzi. La storia gli riconoscerà i suoi "indubbi" meriti: la lotta al terrorismo, la cattura di Saddam Hussein, la caduta del regime talebano in Afghanistan.


Da un certo punto di vista, si potrebbe anche dire che ha ragione: al di là di considerazioni di merito sull'opportunità o meno delle guerre in Iraq e Afghanistan, una valutazione immediata potrebbe far ritenere che Bush sia riuscito a far fronte alla minaccia globale del terrorismo.


Tuttavia, vista in una prospettiva più ampia, la presidenza Bush è stata largamente deficitaria:


  1. ha danneggiato la reputazione americana nel mondo, in particolare a causa del sostegno alla tortura, alle bugie utilizzate per ottenere appoggio per la guerra in Iraq;
  2. ha fatto un uso spropositato della forza, impegnando gli USA in due conflitti contemporaneamente: un errore classicoe piuttosto elementare, che ha sovraesposto l'impegno militare americano, comportando un pericoloso sbilanciamento delle finanze pubbliche verso la spesa militare. Il costo del mantenimento della potenza americana è quindi enormemente aumentato, ed è difficile prevederne una riduzione;
  3. ha danneggiato le istituzioni multilaterali: indebolendole in modo forse irreversibile si è accollato l'intero compito di garantire un minimo di stabilità internazionale (una pax americana?), compito che prima poteva pensare di suddividere con alleati benevoli come gli europei;
  4. ha creato instabilità anziché risolvere le dispute internazionali, suscitando l'interrogativo "ma se una superpotenza invece di garantire la pace fa solo disastri, a cosa serve?"

La situazione economica americana, poi, non affrontata da Bush la cui politica industriale interna è stata sostanzialmente assente, è peggiorata, a tal punto che c'è da chiedersi quanto tempo ancora passerà prima che gli USA non siano più in grado di mantenere il loro impegno nel mondo.

Intanto, la Cina è alla porta.

lunedì 22 dicembre 2008

Foresta amazzonica

L'ultima boutade di papa Maledetto XVI mi ha lasciato un attimino perplesso. Diciamo che sostenre che difendere l'umanità dai transgender sia più importante che difendere la foresta amazzonica, bè fondamentalmente, a parte che non capisco l'accostamento di idee, mi pare un attimino sproporzionato.
Mi sa che Ratzy si è fatto prendere dall'abitudine di dire la sua un po' su tutto. Gli chiederò consiglio per il pranzo di Natale...

CITTA' DEL VATICANO (Reuters) - Il Papa Benedetto XVI ha spiegato oggi che salvare l'umanità dal transgenderismo è importante come salvare le foreste tropicali dalla distruzione. [...] Le foreste tropicali meritano, sì, la nostra protezione, ma non la merita meno l'uomo come creatura, nella quale è iscritto un messaggio che non significa contraddizione della nostra libertà, ma la sua condizione". (leggi tutto qui)

mercoledì 17 dicembre 2008

Pulizia nel Pd

Inizio a pensare che se il Pd imploderà, non sarà per le risse interne, ma per gli scandali che lo stanno travolgendo. Temo che sarà una fine ingloriosa, come lo fu per il Psi. Ma non credo che, come avvenuto allora tra i militanti del Psi, ci sarà una recriminazione contro i "giustizialisti", perché lo scollamento tra base e inquisiti è troppo forte: la gran parte dei militanti del Pd è d'accordo sulla necessità di fare pulizia.
Ci sarà, semmai, la necessità di ripartire da zero.

Giusto per chiarirci le idee:
- a Firenze indagini sulla giunta
- a Napoli arrestati assessori comunali, e indagato il presidente della Regione Bassolino
- in Basilicata accuse di spartizione dei proventi del petrolio, inquisito un deputato Pd
- lo scorso anno 2 assessori inquisiti a Genova per corruzione
- e situazioni non proprio limpide in tante altre città...

Direi che c'è un problema.

In tutto questo, credo che Veltroni resti l'unico in grado di imprimere un rinnovamento, prima che sia troppo tardi. I vari Rutelli, Follini, D'Alema, non hanno né la credibilità né l'autorevolezza, né le mani abbastanza pulite da poter proporre alcunché di positivo, credibile e innovativo.

Questione morale


Dal blog di Mauro Biani (che vi invito a guardare e riguardare...)


mercoledì 10 dicembre 2008

Il progresso

Come forse avete notato, ho cambiato la frase che compare nell'header di questo blog, sotto il titolo. Ora c'è Calamandrei, prima c'era la seguente frase di Ennio Flaiano:

"Anche il progresso, diventato vecchio e saggio, votò contro"

Chi era Ennio Flaiano?
Ennio Flaiano (1910-1972) fu un noto giornalista e critico teatrale e cinematografico. Scrisse per Oggi, Il Mondo e il Correre della Sera. Nel 1947 vince il Premio Strega con Tempo di Uccidere, sulla sua esperienza di soldato in Etiopia. Forse la sua attività più importante fu però quella di sceneggiatore e soggettista: suoi i soggetti per Roma città libera (1948), Guardie e ladri (1951), collaborò inoltre per la stesura di diversi film di Federico Fellini, come La strada (1954) o Le notti di Cabiria (1957) e La Dolce Vita (1960).

lunedì 8 dicembre 2008

Un'insidia molto grave

Forse ha ragione Berselli: lo scenario è davvero capovolto se Berlusconi ha buon gioco nel denunciare una questione morale nel Pd. Bè, certo, fino ad ora avrà semplicemente permesso agli elettori del Pdl di vergognarsi un po' meno di se stessi, alla luce dei mal comune mezzo gaudio.
Ma un domani potrebbe davvero ingenerare una grave crisi di fiducia negli elettori di centrosinistra.

Eh sì, perché se abbiam spiegato che il disastro in Campania era tutto sommato una conseguenza del mancato ricambio della classe politica locale, ora erò dovremmo dare spiegazioni adeguate anche per Firenze, così come ci fu il caso di Genova lo scorso anno e così via... l'Abruzzo ecc..

Mi era parso che il centrosinistra si facesse onore di una buona qualità delle sue amministrazioni locali... o sbagliavo? Non sbagliavo fino ad oggi, ma forse in fututo sì: guardando tanti esempi, anche dalle mie parti, ho qualche dubbio sulla capacità di amministrazione del centrosinistra, e sull'onestà limpida dei suoi amministratori.

Certo, rispetto al centrodestra c'è un abisso, ma il centrodestra non ha mai detto di essere migliore, e non ha mai nascosto di candidare condannati e corrotti, noi invece ci vantavamo di essere diversi.

Lo siamo davvero?

Ha proprio ragione Berselli: non è una questione morale, ma dovremmo davvero accorgerci che mancato ricambio dei gruppi dirigenti, scarsezza di pratiche democratiche sostituite da accordi sottobanco tra gruppi di potere che si autoreplicano, questa è un insidia molto più grave...


sabato 6 dicembre 2008

Due pesi, due misure

Da Aprileonline.info, vi segnalo l'articolo di Luciano Muhlbauer:



La crisi non è uguale per tutti e nemmeno i tagli alla scuola. È questo l'inequivocabile messaggio che oggi viene ribadito con forza e sfacciataggine dal governo con la decisione di ripristinare i fondi per la sola scuola privata.E' stato infatti sufficiente che il responsabile per la scuola della Cei, il massimo organismo dei vescovi italiani, cioè monsignor Stenco, minacciasse la mobilitazione degli istituti cattolici per ottenere, quasi in tempo reale, un emendamento governativo alla Finanziaria che ripristina i fondi alle private. Niente tagli dunque alla formazione privata.

continua...



E intanto la scuola pubblica continua a piangere. Ma ora immagino che cesseranno le proteste di quella privata. Ricordate Calamandrei, ricordate...

giovedì 4 dicembre 2008

Licio Gelli docet

Dal blog di Nicola Tranfaglia, editorialista de l'Unità nonché ex parlamentare Pdci passato al Pd, e oggi docente di Storia all'Università di Torino, questa riflessione piuttosto inquietante sulla P2 e sul sindacato italiano. Come dice Tranfaglia, Licio Gelli docet...

Licio Gelli docet. Non c'è dubbio che il programma del quarto governo Berlusconi ha un rapporto diretto e di attuazione più o meno graduale del Piano di rinascita democratica dettato dal Venerabile, da poco ritornato sugli schermi televisivi. Il piano, a proposito dei sindacati, è assai chiaro: "la scelta prioritaria - scrive l'incappucciato o chi per lui - è fra la sollecitazione alla rottura, seguendo cioè le linee esistenti dei gruppi minoritari della CISL e maggioritari della UIL, per poi agevolarne la fusione con gli autonomi, acquisire con strumenti finanziari di pari entità i più disponibili fra gli attuali confederati allo scopo di rovesciare i rapporti di forza all'interno dell'attuale trimurti. Gli scopi reali da ottenere sono: a) restaurazione della libertà individuale nelle fabbriche e aziende in genere per consentire l'elezione dei consigli di fabbrica con effettive garanzie di segretezza del voto; b) ripristinare per tale via il ruolo effettivo del sindacato di collaboratore del fenomeno produttivo in luogo di quello illegittimamente assunto di interlocutore in vista di decisioni politiche aziendali e governative. Sotto tale profilo, la via della scissione e della successiva integrazione con gli autonomi sembra preferibile anche ai fini dell'incidenza positiva sulla pubblica opinione di un fenomeno clamoroso come la costituzione di un vero sindacato che agiti la bandiera delle libertà e della tutela economica dei lavoratori. Anche in termini di costo è da prevedere un impiego di strumenti finanziari di entità inferiori all'altra ipotesi." Un simile progetto esclude dall'inizio l'esistenza medesima del maggiore sindacato italiano, la CGIL. E può essere la seconda tappa del piano che sta attuando il governo Berlusconi.
[continua...]

mercoledì 3 dicembre 2008

Il sito del Pd

Oggi alle 15.30 con una conferenza stampa è stato lanciato il nuovo sito web del Partito democratico.

Sono le 18.35 e al nuovo sito non si riesce ad accedere. Forse un po' di scaramanzia non guastava...


AGGIORNAMENTO:

Ok al sito si accede... ma fa schifo come quello di prima.

martedì 2 dicembre 2008

Un buon motivo per non essere cattolico

Come ha detto Laura, il Vaticano mi dà sempre qualche buon motivo per non essere cattolico.

da Repubblica.it

Il Vaticano si oppone alla proposta di depenalizzazione universale dell'omosessualità, presentata all'Onu dalla Francia. L'osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite, monsignor Celestino Migliore, ha spiegato che l'Onu non deve depenalizzare l'omosessualità perché ciò porterebbe a nuove discriminazioni, in quanto gli Stati che non riconoscono le unioni gay verranno "mesi alla gogna"..

lunedì 1 dicembre 2008

La scuola

Il figlio di Bossi è stato bocciato per la 3a volta.

Vuol dire che la scuola funziona.



domenica 30 novembre 2008

Il perché di un movimento giovanile

La settimana scorsa, il 21 novembre, si sono tenute, a Gorizia come in tutta Italia, le primarie dei Giovani democratici, cioè il movimento giovanile del Pd.

Affluenza sui 1.000 partecipanti in tutto il Friuli Venezia Giulia, 120.000 e passa a livello nazionale. Da quel che ho letto, affluenza buona al centro-sud, scarsa al nord (la Lombardia ancora peggio della nostra regione).
Credo sia stato un passaggio necessario: spesso sento dire che non si capisce quale utilità abbia un movimento giovanile, separato dal partito "adulto". In realtà i motivi sono diversi. Certamente se si concepisce questo movimento giovanile come una replica del Pd, una specie di piccolo campo di addestramento per "professionisti della politica", bè è fondamentalmente inutile. Per inciso, la "formazione politica" in senso stretto la può fare benissimo il partito direttamente.
In realtà i motivi sono vari:
1 - è in corso un attacco senza precedenti alla scuola e all'università pubbliche: non è pensabile che la principale forza politica d'opposizione, quella che più d'ogni altra, da anni, predica l'importanza del rafforzamento del sistema della formazione, non sia presente tra le ragazze e i ragazzi che si oppongono ogni giorno alla distruzione del proprio futuro: perché nel momento in cui le manifestazioni e le occupazioni finiranno, è necessario che qualcosa di nuovo sia stato costruito, che una coscienza politica si sia formata, altrimenti le forze della reazione conservatrice avranno la meglio;
2 - perché di fronte all'onnipresenza culturale della destra nelle scuole, è necessario che la sinistra faccia opera di educazione civica: si tratta non di formare dirigenti di partito, ma cittadini, di diffondere l'abitudine al senso critico, all'analisi dei problemi, il valore delle istituzioni e della democrazia;
3 - perché la rabbia e la frustrazione di chi a 25 o 28 anni non trova lavoro, di chi dopo la laurea si deve accontentare di un lavoro mediocre e sottopagato mentre i soliti "figli di papà" beneficiano di conoscenze e consociativismi... perché questa rabbia non rimanga senza espressione, è necessario che sia dia una dimensione politica ad essa: deve tradursi in una capacità di scelta elettorale, di analisi critica delle proposte che le forze politiche fanno: solo così non si sarù più in balia di false promesse, ma si saràin grado di scegliere ciò che è meglio per il proprio futuro;
4 - perché credo che un movimento politico giovanile, che in sedi proprie abbia la possibilità di discutere e elaborare proposte, possa essere di stimoli, di pungolo, a tutta la politica italiana, che è fortemente arretrata su temi come l'ambiente o i diritti di cittadinanza.
Insomma, motivi ce ne sono in abbondanza, i partiti mostrano difficoltà a radicarsi tra i più giovani, ma credo sia proprio tra i più giovani che vada fatta un'opera di radicamento culturale.
Per inciso... a Gorizia è stato eletto un gruppo di ragazzi piuttosto giovani... mi viene in mente Beatrice Defacio di appena 17 anni, rappresentante d'istituto al Cossar-DaVinci di Gorizia. Bè buon lavoro a loro!

venerdì 28 novembre 2008

Mi sento sovietico

Oggi sono  nostalgico. Ma è tutta colpa di Štefan.


mercoledì 26 novembre 2008

Rottamare il petrolio

Petrolio petrolio petrolio... ma non se ne può fare a meno?

Il Partito democratico ci prova... e presenta un disegno di legge per "rottamare il petrolio". In sintesi le proposte del Pd:

Primo: riqualificazione energetica degli edifici.
Detrazioni fino a 100.000 euro per le spese di riqualificazione energetica degli edifici e fino a 60.000 euro per interventi per pavimenti, finestre e infissi. E con il contributo del 55% dei costi extra sostenuti per la realizzazione di nuovi edifici con consumi inferiori del 30% rispetto ai limiti di legge. 

Secondo: maggiore efficienza.
Elettrodomestici e illuminazione più efficienti attraverso ecoincentivi per l'acquisto di frigoriferi e congelatori a basso consumo e prevedendo l'ampliamento a lavatrici e lavastoviglie ad alta efficienza energetica delle tipologie di elettrodomestici che possono usufruire delle detrazioni. E attraverso la deduzione del 36% dal reddito d'impresa dei costi per la sostituzione dell'illuminazione tradizionale con altra ad alta efficienza energetica. 

Terzo: fonti rinnovabili.
Il PD punta ad incrementare le fonti rinnovabili rendendo "permanente il meccanismo di incentivazione fiscale, tramite detrazione, a favore degli investimenti sostenuti dai privati cittadini per l'istallazione di pannelli solari termici, e superando l'attuale incertezza determinata dalla presenza o meno di dette misure nelle manovre finanziarie di fine anno". Inoltre, il PD propone "incentivi per le spese sostenute da Enti pubblici al fine di sostituire gli impianti e le apparecchiature per il riscaldamento degli edifici che utilizzano combustibili fossili, con impianti e apparecchiature ad energia solare". Ed infine una "legislazione più semplice in materia: testo unico di tutte le disposizioni dedicate al risparmio energetico e alla diffusione delle fonti rinnovabili, anche al fine di rendere più omogenee e semplici le procedure amministrative dedicate a tale comparto".

Quarto: trasporto pubblico.
Incentivare il trasporto pubblico è un altro punto fondamentale della proposta di legge presentata. Per favorirlo, il PD prevede, ad esempio, che i datori di lavori possano fornire ai loro dipendenti i 'ticket-transport', in sostanza buoni-trasporto, esclusivamente per il tragitto casa-lavoro, su mezzi collettivi e mezzi pubblici. Ma anche introducendo incentivi per l'acquisto di autobus pubblici a metano e promuovendo il trasporto collettivo su ferro nel trasporto locale e urbano (300 milioni di euro all'anno per cinque anni), con l'avvio del piano de "1000 treni pendolari" (300 milioni di euro all'anno per cinque anni). 

Quinto: più riciclo, meno CO2. 
Il Pd propone in particolare di "incentivare il riciclo dei rifiuti e l'industria ad esso collegata. Se questa avesse un incremento del 15% per il 2020 rispetto ai livelli attuali - calcola Realacci - per quella data si potrebbe diminuire del 18% l'obiettivo nazionale di riduzione delle emissioni di CO2 e far scendere i consumi energetici di 5 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio, pari al 32% dell'obiettivo nazionale di efficienza energetica al 2020".

lunedì 24 novembre 2008

Abruzzo

Non sono io ad avere dei pregiudizi, è che la destra italiana fa proprio schifo.

l'Unità, 24 novembre
Abruzzo, «Voto di scambio»: il Pd denuncia il "censimento" dei giovani
Gianni Chiodi, candidato di Berlusconi, invita i giovani a lasciare indirizzo e curriculum alle sue "bancarelle di Gianni" con uno spot che dice: «Iscriviti al tuo futuro. Non esprimi una preferenza politica ma stai prenotando un incontro di selezione, di formazione e di avviamento al lavoro imprenditoriale». Il Pd: «Intervenga la magistratura».
Aggiornamento!
Ho reperito su Youtube il video di Chiodi...

La tragedia del tg5

Avere alcune reti televisive aiuta. Eccome. Soprattutto se sei il Presidente del Consiglio.

Esempio...


...crolla il tetto di una scuola a Rivoli (TO). Muore uno studente 17enne. Per tutti è l'ennesimo esempio del grado di fatiscenza raggiunto ormai dalle scuole italiane, laddove (dati Anci) l'85% degli investimenti per la sicurezza degli edifici scolastici è fatto da Comuni e Province con fondi proprio, dunque non statali. Per Silvio Berlusconi, però, si tratta di una tragica fatalità che semplicemente poteva accadere anche in una casa privata...


..."Ciao Maria!" "Ciao, come va?" "Eh, come vuoi che vada, mi è crollata addosso la casa... sarà la 2a volta questa settimana... ma comunque stasera ci vediamo e facciamo la caccia al tesoro tra i calcinacci, va bene?" "Oh certo, cara... porto anche i bambini che si divertono un mondo in queste cose!"

Detto fatto, comunque. Il Tg5 stamattina faceva un lungo reportage su una casa crollata causa fuga di gas. Premesso di case che crollano che ce ne saranno ogni anno a centinaia, sembra davvero curioso che, mentre lo stesso tg non dedica un minuti alla tragedia di Rivoli, dedica un lungo servizio a questa case crollata... l'ordine di scuderia, evidentemente, è arrivato.

E questa sarebbe l'informazione...

venerdì 21 novembre 2008

Villari

La cosa divertente della vicenda della Commissione di vigilanza Rai è:

1 - che nessuno ancora capisce a cosa serve questa commissione di vigilanza, visto che non vigila, come ben ci ha insegnato il precedente governo Berlusconi;
2 - che il Pd c'ha fatto una figura di merda e tutto per essere leali con un partito, l'IDV, che con il Pd non è affatto leale;
3 - e alla fine l'accordo lo facciamo su Zavoli che ha 80 e passa anni... gioie della vetustà!
4 - e arriviamo al paradosso che Berlusconi chiede a Villari di dimettersi...

Ma... perché siamo così fessi a volte?

martedì 18 novembre 2008

Berlusconi e la toilette delle signore

Oggi Berlusconi incontrando a Trieste la cancelliera tedesca Angela Merkel si è distinto come al solito per l'argume delle sue battute.

ANSA - TRIESTE, 18 NOV - Battute di Silvio Berlusconi indirizzate al presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo, e al presidente della Provincia di Trieste, Maria Teresa Bassa Poropat, durante le foto ufficiali, nel palazzo della Regione, a Trieste, prima dell'inizio del vertice italo-tedesco con Angela Merkel. ''Abbottonati la giacca'', ha detto Berlusconi a Tondo con tono bonario prima della foto ufficiale. Una battuta anche per la presidente della Provincia che si era un attimo assentata. ''Ah - ha sorriso Berlusconi - le signore sono sempre alla toilette''.

Ciò mi fa venire in mente come io tenessi sempre di fronte alla tazza del water un'immagine di Berlusconi tra il 2001 e il 2006: aveva potentissimi effetti lassativi e diuretici.
Anche Berlusconi c'è sempre nella toilette!



lunedì 17 novembre 2008

Le primarie dei GD

Sabato mattina conferenza stampa dei Giovani democratici.... Venerdì prossimo infatti ci saranno le primarie con cui nascerà formalmente il movimento giovanile del Pd. Se riesco a recuperare l'articolo sulla stampa lo scannerizzo... se riesco... (quello in fondo sono io, per la cronaca).

venerdì 14 novembre 2008

La sinistra nella storia italiana

Recentemente ho letto "La Sinistra nella Storia italiana", di Massimo Salvadori (Hoepli editore). I libro ripercorre, certo sommariamente, la storia della sinistra italiana, in sostanza Psi e Pci, dalla nascita del Psi fino al 2001... Personaggi come Turati, Gramsci, Nenni, Togliatti, Craxi e Berlinguer delineano questa storia.

La tesi del volume comunque è che la sinistra italiana abbia avuto una responsabilità grande nell'incapacità di costruire un'alternativa di governo credibile alle forze conservatrici e democristiane. Una tendenza costante, insomma, a predicare la rivoluzione senza aver la forza, la voglia o il coraggio di farla. Così fu nel Psi turatiano dove i massimalisti ebbero la meglio, al punto di spingere lo stesso Turati a separarsi dal partito che aveva fondato, e di impedire un'alleanza antifascista. Così fu per il Pci berlingueriano che non seppe trasformarsi, anche nel nome e nell'ideologia, in un partito socialdemocratico capace, come in altri paesi d'Europa, di lanciarsi nella competizione per divenire maggioranza politica. Così si ebbe l'anomalia che in Italia la sinistra era guidata da un partito che si diceva comunista, ed era relegato perciò all'opposizione permanente, ma che di fatto era socialdemocratico per ciò che proponeva e per l'esperienza di governo locale.

La tesi è una chiave di lettura interessante delle "occasioni mancate" della sinistra italiana, e lancia alcuni preziosi moniti.

Uno, secondo me, alla "Sinistra-sinistra", che dovrebbe capire che il massimalismo fine a se stesso finisce per fare il gioco delle forze conservatrici, l'altro monito è al Pd, perché Salvadori ci insegna come la sinistra, incapace di prendersi le proprie responsabilità, abbia veleggiato tra l'estremo del massimalismo, e l'altro estremo, altrettanto gravido di conseguenze, della sudditanza alle forze di centro.

Spy games

martedì 11 novembre 2008

Scalfari

Niente good news oggi. Invece, un monito di Eugenio Scalfari da Repubblica.it


Salvare il patrimonio culturale dal federalismo

Può sembrare anacronistico occuparsi di tutela dei beni culturali e del paesaggio mentre infuria una tempesta economica senza precedenti che diffonde incertezza, paura e sfiducia e chiede risposte urgenti ed efficaci. Eppure non si tratta d'un tema peregrino, tantomeno d'un pretesto per parlar d'altro evadendo quelli che più ci riguardano. Si tratta invece d'un tema estremamente pertinente. Viviamo giorni e mesi di decisioni radicali che da un lato tendono a mettere in atto misure di tamponamento che garantiscano nell'immediato i depositi bancari, il patrimonio di banche e di imprese, il sostegno della domanda e dei redditi più deboli. Ma dall'altro configurino nuovi assetti e nuovi equilibri nei meccanismi di produzione e di distribuzione della ricchezza. Configurino anche una società diversa da quella attuale, una maggiore trasparenza e più incisivi controlli per bilanciare il necessario rafforzarsi dei poteri rispetto ai diritti. In questo profondo rimescolìo esiste il pericolo che la cultura, cui si continua a tributare omaggio di parole, costituisca nei fatti l'anello debole e addirittura la vittima sacrificale. Cultura, ricerca, beni culturali, patrimonio pubblico, paesaggio, sono infatti considerati come altrettanti elementi opzionali dei quali si può tranquillamente fare a meno. I tagli di spesa più cocenti sono avvenuti proprio in questi settori non soltanto per eliminare sprechi ma per recuperare risorse dirottandole verso altre destinazioni. Non si è considerato che non si tratta di spese ma di investimenti che, proprio per la loro natura, non possono essere interrotti senza causare nocumento e deperimento gravissimi.
La totalità di questi beni, la loro salvaguardia e la loro valorizzazione, hanno tra l'altro effetti diretti sull'economia del Paese poiché sono connessi all'industria del turismo che rappresenta una delle maggiori risorse del nostro territorio. Il turismo, dal punto di vista della bilancia commerciale, equivale all'esportazione di beni e servizi, procura entrate di valuta nelle casse dell'erario, con una differenza: non escono merci e servizi dal territorio nazionale ma entrano persone e con esse ricchezza e sostegno della domanda interna. Una flessione del turismo comporta una flessione immediata della domanda e della ricchezza prodotta...

continua...

domenica 9 novembre 2008

Andreotti s'è interrotto

Alcuni comment sono esilaranti:

Dajetutti87 Reply:
presidente? presidente?prontooooooooooo?c' è nessuno?

SeeMyJoinDate Reply:
Non ci vuole niente a capire cosa sia successo...basta dare una controllatina alla scatola nera che ha nella gobba!hauahuahuahuahsushuashahsauhah

Cilormo Reply:
ah ma è un video? credevo fosse una foto...:-D


Una simpatica battuta

L'imbarazzo che ogni persona civile ha provato sentendo Berlusconi chiamare "abbronzato" Barack Obama si è trovato di fronte l'imbecillità delle reazioni sdegnate del centrodestra alle critiche al Capo. Secondo Italo Bocchino (AN), quella di Berlusconi è stata semplicemente "una simpatica battuta". Io gli farei notare che l'unica battuta simpatica qui è il suo cognome...
Un mio amico che è in Erasmus in Germania mi riferiva di una conversazione avuta con dei coetanei tedeschi, piuttosto sorpresi che gli Italiani continuino a votare Berlusconi. Diciamo che il quadro che l'italiano medio ha della realtà delle cose, soprattutto perché 5 canali tv su 7 non gli mostrano affatto la realtà delle cose, è un po' distorto. E Berlusconi vive di storture.


venerdì 7 novembre 2008

Allah punisce già l'Italia

Merita questa vignetta, e merita anche il sito L'Asino. Alla prossima.


giovedì 6 novembre 2008

Occupazione o sit-in?


A Gorizia la mobilitazione contro i tagli alla scuola continua (in foto un'immagine della manifestazione a Gorizia del 30 ottobre scorso). Diverse scuole sono state occupate dagli studenti, con tanto di sostegno da parte di genitori e insegnanti infuriati. In molti piccoli comuni della Provincia istituzioni e genitori sono uniti nella protesta contro tagli che rischiano di portar alla chiusura di tantissime piccole scuole primarie: certo piccole scuole, ma la loro assenza costringerebbe alla creazione di un pendolarismo infantile sin dai 6 anni per raggiungenre le scuole dei centri urbani più grandi. Quale disagio ciò possa provocare (al di là dello smantellamente di quella che spesso è l'unica presenza delle istituzioni nei centri minori) a famiglie e bambini tra i 6 e gli 11 anni, è presto evidente.


Meno chiaro, però, è la forma che l'azione politica dovrebbe avere. Occupare le scuole? o fare azioni pubbliche come sit in e cortei? L'importante in questo momento è tenere alta l'attenzione, difficile sapere quale delle due forme di protesta possa attiare maggiormente l'attenzione sui tagli al sistema dell'sitruzione: la Destra cerca chiaramente di mettere in cattiva luce chi protesta, e l'occupazione presta il fianco sia alle critiche sia alla psosibilità che non tutti gli studenti seguano l'occupazione. Del resto, da quel che ho sentito, molti docenti si stanno dando da fare facendo davvero una specie di terrorismo psicologico nei confronti degli studenti.
la via della mafenistaziione pubblica potrebbe dare maggiore visibilità "esterna" alle proteste ma potrebbe anche essere la fin edel movimento.
Conclusione? Credo che dipenda da scuola a scuola, l'importante, elemento centrale di decisione, è che gli studenti siano uniti nella forma di protesta prescelta.


lunedì 3 novembre 2008

I veri facinorosi

E chi sono ora i facinorosi?

Studenti di Azione Universitaria (organizzazione affiliata ad Alleanza Nazionale) hanno fatto irruzione al Politecnico di Milano durante la cerimonia d'apertura dell'anno accademico, mentre altri hanno occupato il rettorato dell'Università di Roma Tre.

la notizia su Repubblica



C'è invece chi protesta civilmente, una protesta decisamente più civile di quella a cui la Destra è abituata. Guardate un po' qua ad esempio l'iniziativa di studenti universitari romani:

venerdì 31 ottobre 2008

Una bella intervista

Leggetevi questa bella intervista alla Rosy Bindi.

Evitate invece di leggervi D'Alema su Repubblica di oggi: sostiene che si dovrebbe fare una grande alleanza con le forze moderate... cioè tipo Mastella, Casini e Pezzotta... mah!


Ora serve una nuova opposizione

di Marco Damilano - L'Espresso - 31 ottobre 2008

A giorni di distanza dalla manifestazione del Pd al Circo Massimo, Rosy Bindi è ancora entusiasta: "È stata bella per tanti motivi: la dimostrazione che il tempo dell'assopimento è finito, la capacità di indignarsi per il governo Berlusconi c'è ancora". Attenzione, però, avverte la vicepresidente della Camera, la piazza non basta: serve un coordinamento delle opposizioni e riprendere il filo delle alleanze partendo dalle elezioni amministrative, per fermare "una chiara e netta svolta autoritaria che non può essere mascherata da decisionismo".

Cosa insegna la piazza al palco, a voi dirigenti? Spazzerà via le correnti, i personalismi?
"La piazza ci dice che il Pd c'è, in mezzo a tante difficoltà. Ma la bacchetta magica non ce l'ha neppure quella piazza. Ma quel popolo ci insegna che dalla scelta del Pd non si torna indietro. Tutti quelli che più o meno palesemente in questi mesi si sono assicurati fughe in avanti, nostalgie, strade parallele, devono capire che non ci sarà un ritorno al passato. Al tempo stesso, la manifestazione del 25 ha cancellato un'idea ristretta del partito. Ha spazzato via i complotti, ma anche l'idea di un partito che non valorizza la sua pluralità. Entrambe sono un tradimento di quella gente, e tutti noi dirigenti abbiamo la responsabilità di non tradirla. E soprattutto la forza di quella piazza non è il suo palco, ma la sua capacità di guardare al futuro".

Basta un bagno di folla per risalire nei consensi? Anche prima delle elezioni il pullman era accolto dalle piazze piene e invece...
"È vero: il dato elettorale è lì, i sondaggi dicono che la luna di miele del governo Berlusconi è finita, però noi dobbiamo ancora riconquistare il Paese alle nostre ragioni. Le elezioni di Bolzano dimostrano che il Pd recupera voti, ma quello che perde la destra finisce all'estrema destra. Siamo tutti in attesa delle elezioni americane che potrebbero segnare un cambiamento in caso di vittoria di Obama, ma dobbiamo sapere che ci stiamo confrontando con una naturale tendenza delle società europee che premia le forze della paura e della disperazione. E noi dobbiamo organizzare un'alternativa culturale e politica. Riprendere il nostro rapporto con l'Italia, il mondo economico, la scuola, le famiglie. Interpretarne i bisogni, superare insieme le difficoltà economiche e sociali. E rinsaldarci attorno alla nostra diversità dalla destra che governa".

Diversità è parola che appartiene alla storia del Pci. Marco Follini ha messo in guardia: attenzione, così si teorizza la superiorità morale degli elettori del Pd su quelli del Pdl...
"Non vedo nessuna presunzione di superiorità. Vedo la consapevolezza orgogliosa della nostra diversità. Dobbiamo essere fermi oppositori di questo governo. E al tempo stesso dobbiamo essere forti nelle proposte per il Paese".Il primo effetto del Circo Massimo è che in Abruzzo Pd e Idv andranno alle elezioni insieme. State rimettendo insieme il fronte anti-berlusconiano?"Non torneremo indietro, le alleanze vanno costruite sul programma, non basta essere contro Berlusconi, anche se questa è una condizione necessaria. Dobbiamo ricostruire l'opposizione sulla base di due punti fermi: il Pd è il partito che fa da perno alla coalizione. Ma il Pd deve allearsi con altre forze politiche: con il 33 per cento non mandiamo a casa Berlusconi e non costruiamo una forte alternativa politica. Le elezioni delle prossime settimane ci vedono alleati con l'Udc in Trentino e con Di Pietro in Abruzzo. Questa è la strada da seguire: in Parlamento un coordinamento tra le opposizioni e la costruzione di nuove alleanze nei laboratori delle elezioni amministrative. Senza dimenticare che il congresso di Rifondazione non è finito con l'elezione di Ferrero".
Il coordinamento tra le opposizioni farà il suo esordio nella battaglia parlamentare sulla nuova legge per le elezioni europee?
"Sulla legge europea dobbiamo fare una battaglia forte per le preferenze e per abbassare la soglia di sbarramento. Dobbiamo evitare due tentazioni. La prima è quella che ci offre il Pdl quando dice che lo sbarramento del 5 per cento serve a rafforzare in Italia un sistema fondato su due partiti. A noi del Pd dicono: 'Conviene anche a voi'. Ma noi non abbiamo mai mirato al prosciugamento dei nostri alleati. La seconda tentazione è quella rappresentata dall'Udc. Facciamo con loro la battaglia sulle preferenze, ma deve essere chiaro che noi continueremo a batterci per un sistema maggioritario e bipolare".



giovedì 30 ottobre 2008

Il movimento è democrazia


Il movimento di queste settimane di studenti, genitori, ricercatori e docenti è un movimento che è quanto di più bello il Paese possa mostrare: sono le energie attive della società, i più giovani coloro che questi giovani li formano.

E manifestano per chiedere che maggiori risorse, non minori, siano destinate alla cultura. Alla formazione. Alla ricerca. Che cosa può chiedere di più un paese dai suoi elettori se non una così elevata dimostrazione di senso civico?


Non sono facinorosi. Non sono stati ingannati. Non c'è bisogno che intervenga la polizia, né tantomeno l'esercito.

Li ho visti queste settimane mobilitarsi, li ho aiutati. Stampare volantini. Organizzare un intervento, Scrivere comunicati. Pensare a come farsi sentire. A coinvolgere altri, e tanti, nei motivi di una protesta, una nobile protesta, ma anche una civile e democratica protesta.


E' un movimento fatto di studenti medi, di ricercatori precari, di docenti delle superiori, di rettori che sfilano accanto ai propri studenti, di insegnanti circondati dai propri piccoli alunni, di genitori sconcertati del furto che si vuole perpetrare al futuro dei loro figli. E' la parte migliore d'Italia che manifesta.


E io sono con loro.



Oggi a Gorizia il corteo degli studenti medi, con insegnanti mischiati tra loro. Ho dato un piccolo contributo all'organizzazione, e poiché ad organizzarlo è stato un ragazzo, Alen Bigot, che praticamente ho visto crescere (politicamente parlando) negli ultimi 2-3 anni, bè un po' orgoglioso e anche commosso lo sono... sono un sentimentale...



lunedì 27 ottobre 2008

25 ottobre 2008



Davvero è stata una manifestazione-mostro per le dimensioni (erano davvero oltre 2 milioni di persone...*) come l'ha definita Le Figaro, quotidiano francese di destra (peraltro. ma si vede che dove la stampa è ancora libera i numeri sono ancora questione di aritmetica e non di opinione).


* dicono che fossero appena 200mila... e che il Circo Massimo ne contiene 300mila. Ora, innanzitutto il Circo Massimo ne conteneva in epoca romana 300mila sulle sole gradinate, poiché oggi si impiega anche lo spazio centrale, e poichp dalle riprese aeree (confermatemi da persone che hanno visto da casa in tv la manifestazione) erano piene anche l'area attorno al Circo e le vie limitrofe, è evidente che sicuramente eravamo sopra il milione... tiè!


PS - sabato ha anche esordito il nuovo formato de l'Unità (foto). A me piace, e mi piace anche il nuovo taglio che al quotidiano sta dando la direttrice Concita De Gregorio. Credo che ricomincerò a comprare l'Unità, almeno di quando in quando, pacatamente ovvio.


domenica 26 ottobre 2008

Ignobile

Io sono un po' sconvolto...
"Maroni dovrebbe fare quel che feci io quand'ero ministro dell'Interno. In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei, perchè pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o gravemente ferito... Lasciarli fare (gli universitari, ndr). Ritirare le forze di Polizia dalle strade e dalle Università, infiltrare il movimento con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e mettano a ferro e fuoco le città. Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di Polizia e Carabinieri. Nel senso che le forze dell'ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare anche quei docenti che li fomentano. Soprattutto i docenti. Non dico quelli anziani, certo, ma le maestre ragazzine sì... questa è la ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l'incendio".

Intervista a Francesco Cossiga
Presidente emerito della Repubblica Italiana e senatore a vita




venerdì 24 ottobre 2008

Banana Republic

Non so voi... ma a me non sembra normale che:
  1. il capo del governo minacci l'uso della polizia per evitare che studenti universitari e medi manifestino contro i tagli alla scuola;
  2. il capo del governo avvisi i Direttori dei giornali di sccrivere bene tutto quello che dice... e gli manda i suoi saluti;
  3. il governo proponga che gli studenti stranieri stiano in classi separate;
  4. il capogruppo di un partito di maggioranza (Cota, della Lega Nord) non sappia se una legge approvata prevede o non prevede il maestro unico (trasmissione Anno Zero di ieri sera...);
  5. il governo decida l'uso dell'esercito per compiti di polizia.

In un paese normale, a me sembra che queste cose si chiamerebbero:

  1. minacce;
  2. intimidazione;
  3. apartheid;
  4. incompetenza;
  5. deriva autoritaria e militaristica.

Già le prime due mi sembrerebbero sufficienti per chiedere le dimissioni del governo e valutare se incriminarlo per violazione dei diritti umani...

domenica 19 ottobre 2008

Governo e tv

Questa vignetta di Bruno meriterebbe un premio!


Federalismo e centralismo

Nel Circolo del Pd di Gorizia, in uno dei suoi forum tematici, si è avviata una discussione che tocca, fra l'altro, il divario tra le competenze di un ente locale italiano e di uno, ad esempio, sloveno.
In particolare, oggi un comune sloveno, ovvero per chi abita a Gorizia "subito di là del confine", ha importanti competenze autonome in economia, gestione del territorio, programmazione degli interventi: è insomma capace di definire effettivamente una strategia per lo sviluppo del territorio.
Tutto è più difficile da parte italiana. Certo scontiamo una relativa scarsità di risorse proprie dei comuni, ma non è quello il punto. E' soprattutto il centralismo amministrativo a rallentare l'iter decisionale, a impedire che un Comune sia in grado di definire progetti di sviluppo industriale, di riassetto del territorio ecc... Pazienza che non lo possa fare un Comune, ma anche una Provincia, cioè un ente che interviene su un'area ben più estesa, che avrebbe competenze professionali ben maggiori, anch'essa è legata da mille lacci e lacciuoli.


Insomma... tanto si parla di federalismo fiscale e legislativo, ma se l'amministrazione rimane accentrata e le politiche locali vincolate a mille autorizzazioni ministeriali, si potrà fare ben poco.
Che poi tutta la discussione sul federalismo assuma contorni paradossali si rileva dal fatto che il decentramento della gestione amministrativa sarebb possibile per semplice legge: lo prevede la Costituzione. A livello regionale, l'art. 11 dello Statuto Regionale prevede poi il trasferimento delle funzioni amministrative a Comune e Province: mai articolo fu più disatteso dunque!

Art. 11
La Regione esercita normalmente le sue funzioni amministrative delegandole alle
Province ed ai Comuni, ai loro consorzi ed agli altri enti locali, o avvalendosi dei loro uffici.


lunedì 13 ottobre 2008

La Cisl è al governo?

La CISL ha fatto sapere al Governo che, vista la situazione economica difficile, se il governo dovesse convocare il sindacato, essa è disposta a rinunciare allo sciopero generale sulla scuola.
Giustamente UIL e CGIL hanno criticato la mossa, se non altro perché non si capisce cosa c'entra la situazione economica con l'attacco alla scuola.
Come avevo detto un'altra volta, son sempre più convinto che la Cisl stia diventando una spalla importante del Governo. Non credo sia un caso: penso ci sia sotto in riassetto del movimento sindacale italiano in cui la Cisl cerca una sponda in un centrodestra che, apparendo sempre più come, nella sua struttura politica e sociale, una sorta di pentapartito capace di trovare consensi in una vastissima area dell'elettorato, si candida alla guida del governo sine die.
La CGIL invece si sta ricollocando sotto l'ombra del Pd, mentre sembra indebolita l'ala rinaldiana massimalista, ma tutto dipende per ora dall'indebolimento elettorale della sinistra politica. Che farà la UIL? In questi mesi è andata a braccetto con la CISL, ma quest'ultima mossa la trova spiazzata e non concorde.
Comunque, immagino che nel 2013 ci sarà una poltrona pronta per Pezzotta, leader nazionale della Cisl...


venerdì 10 ottobre 2008

Calamandrei e la scuola pubblica

"Facciamo l'ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura. Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito? Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C'è una certa resistenza; in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è stata. Allora, il partito dominante segue un'altra strada (è tutta un'ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle. Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private. Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A "quelle" scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere. Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d'occhio i cuochi di questa bassa cucina. L'operazione si fa in tre modi: ve l'ho già detto: rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette. Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico"

Piero Calamandrei - discorso pronunciato al III Congresso in difesa della Scuola nazionale a Roma l'11 febbraio 1950


lunedì 6 ottobre 2008

Razzismo

Secondo il ministro dell'interno leghista Roberto Maroni, in Italia "non c'è alcuna emergenza razzismo".

Mi permetto di dissentire, pacatamente. E poiché evidentemente il ministro non si è accorto di quanto avvenuto nelle ultime settimane, cerco di fargli tornare la memoria:

Sette minorenni picchiano un cinese a Roma mentre aspettava il bus.




Abba, ragazzo di 19 anni di Milano, di colore, viene ucciso a sprangate. Forse solo perché aveva rubato dei biscotti. Mentre lo uccidono, i due italiani padri e figlio colpevoli del gesto violento lo insultano con epiteti razzisti.


PARMA - I vigili urbani picchiano a sangue uno studente ghanese.


Giusto per rinfrescarci la memoria...


venerdì 3 ottobre 2008

Il Pd e l'Ulivo

Ho letto poco fa su AprileOnLine che anche i parisiani si organizzano con la loro brava corrente. Ok però la loro non si chiama corrente, perché loro sono ulivisti e contro le correnti. Loro. Vabbè.
In ogni caso, a parte considerazioni sociologiche e antropologiche sulla persona Parisi, che evidentemente ha qualche problema di autostima se non riesce ad accettare di essere un vecchietto, nemmeno tanto simpatico, che ha fatto il suo tempo (ma non era lui a dire che ci voleva un ricambio? o forse intendeva un ricambio altrui?), a parte questo, continuo a non capire tutta questa polemica sul fatto che il Pd avrebbe tradito lo spirito dell'Ulivo, che è necessario tornare all'Ulivo ecc. ec...
Ma scusate, non si diceva che bisognava fare il Partito democratico proprio perché l'Ulivo non bastava più? E fu proprio Prodi (e il fido Parisi) a dire che era necessario un unico grande e solido partito riformista per sostenere l'azione di un candidato di centrosinistra. Mica saran affari miei se il leader non è risultato essere Prodi e nemmeno Parisi. Fatti loro!

D'altra parte, è sotto gli occhi di tutti come la stagione delle architetture, intese come un primato della geometria della coalizione sull'ideazione del programma, sia finita. Per una decina d'anni, nel centrosinistra si è pensato che alla minorità elettorale nel Paese si potesse supplire con architetture coalizionali che dessero una maggioranza al centrosinistra. In realtà tale maggioranza non la si è comunque mai raggiunta, nel 1996 si è vinto perché la Lega corse da sola, nel 2006 si è pareggiato, mentre le vittorie del centrodestra nel 2001 e 2008 sono state nette.
Di fronte alle stentate vittorie, il centrosinistra ha pensato di risolvere la situazione allargando la coalizione a dismisura, così dall'Ulivo riformista del 1996 si è passati a inglobare prima l'UDR-Udeur, poi l'Italia dei Valori, poi si è fatta l'Unione infilandoci dentro anche Rifondazione Comunista. E i Radicali, e questi e quegli altri. Poi ci si lamenta se il governo Prodi è caduto.
E magari si dà la colpa al Pd. Ma per favore.... il governo Prodi era un'agonia continua! e sostanzialmente immobile per impossibilità di mettere d'accordo tutti su una qualunque cosa.

Quanto poi a tornare all'Ulivo, rendiamoci conto che lo spostamento a sinistra dei Verdi sotto la leadership di Pecoraro Scanio, l'indebolimento dell'ala riformista della Margherita (i Democratici) a beneficio degli ex Popolari, l'iper-ideologizzazione retrogada avvenuta nel Pdci (stigmatizzata da Cossutta che ha abbandonato la presidenza del Pdci)... sono tutti cambiamenti che hanno polarizzato la coalizione del centrosinistra: con forze politiche che si sono spostate dal centro riformista o verso il centro moderato o verso la sinistra massimalista. Così che il centro, un'area prodiana e una socialdemocratica (Ds) è diventata troppo esigua per far da traino al governo.

Quindi... l'Ulivo era morto nel 2006, l'Unione era un pasticcio. Se non altro il Pd è uno. Poi che si litighi al suo interno è fisiologico visto che lo si è voluto fare senza discutere prima i principi su cui si basava.

E se poi mi capita che gente che era nei Ds e ha votato la mozione di Fassino si lamenti... bè diamine... quando mi esposi insieme ad altri votando una mozione intermedia come quella di Angius mi si diceva che noi non sapevamo prendere decisioni ecc ecc... Saper di aver avuto ragione non mi consola ma per lo meno che non vengano a lamentarsi con me...


martedì 30 settembre 2008

L'Austria è un po' di destra, ma noi di più

Se in Austria vincono i socialdemocratici dell'Spoe (in foto), forse non c'è però nulla di cui rallegrarsi.

Perché ad aver vinto, in realtà, è l'estrema destra, i cui due partiti, la Bzoe di Georg Haider (lo ricordate?) e la Fpoe di Strache raggiungono, assieme, all'incirca la stessa cifra. Crescono i Verdi verso l'11%, mentre crollano i popolari attorno al 24%. I veri sconfitti sono loro, che avevano chiesto le elezioni anticipate facendo cadere la "grosse koalition" con i socialdemocratici (qui però a guidarla c'erano appunto i socialdemocratici mentre in Germania è la CDU della Merkel a guidare il governo).

Il punto è: ora si dovrà riproporre la grande coalizione, bocciata evidentemente già dagli elettori, o sperimentare soluzioni come alleanze Oevp-estrema destra, o ancora una coalizione rosso-nera tra socialdemocratici e Haider?

Intendiamoci: anche in Slovacchia i socialisti si sono alleati con la destra xeonofoba per governare, con il risultati di essere espulsi dal PSE e dall'Internazionale Socialista. E del resto l'Austria ha già avuto l'estrema destra al governo, quando la guidava Haider e il cancelliere popolare dovette accordarsi con un Fpoe al 25% per governare. L'Austria per quasi due anni non fu invitata alle riunione Ue ma il governo non cadde certo per quello.


Vedremo che succede in Austria, intanto però una riflessione: pensate che un'estrema destra al 30% in Italia sarebbe impossibile?

In realtà in Italia l'estrema destra è al 46%. Intendiamoci, non ritengo che il PDL sia un partito di estrema destra, per quanto possa criticare le politiche di Scajola, Pisanu o altri, non li reputo di estrema destra. Il punto è che il PDL ha comportato l'assorbimento di Alleanza nazionale nell'area "cristiano-popolare", mentre ha candidato nelle proprie liste esponenti dichiaratamente e fieramente fascisti. Inoltre, è alleato con la Lega Nord, un partito che in altri paesi sarebbe probabilmente considerato come "non coalizzabile" in quanto impresentabile.

Insomma, c'è qualcosa che non va in Italia se non ci si scandalizza di un Ciarrapico candidato da un partito che ritiene di rappresentare i moderati. Se non si pretendono, e ottengono, le dimissioni di Alemanno o La Russa dopo le loro affermazioni sui miliziani di Salò.



lunedì 29 settembre 2008

Segnalato

Sabato mattina a Gorizia abbiamo organizzato, come locale circolo del Pd, un gazebo per distribuire volantini contro i tagli alla scuola. Il pomeriggio abbiamo fatto una conferenza stampa, risposta dalla gente positiva e, insomma, una giornata fruttuosa.
Piccolo particolare: la Digos ha preso nota dei nomi di noi tre del Pd che eravamo al gazebo... si vede che ormai il Pd, trovandosi all'estrema sinistra del Parlamento, è diventato un partito sedizioso.

mercoledì 24 settembre 2008

Tra gli States e il Giappone...



Secondo i sondaggi, Obama è di nuovo in vantaggio su McCain.

Di nuovo? Sì, perché per un mese circa era passato a rincorrere l'avversario repubblicano.

Ok ok... sembra strano. A sentir la stampa italiana Obama sarebbe il personaggio più amato di questo mondo. In realtà, l'America è un paese complesso, per certi versi anche piuttosto chiuso e refrattario alle influenze esterne. L'America "liberal" di Friends, Sex&TheCity o perfino Will & Grace è lontana anni luce dall'America profonda del Midwest, quella che vota magari anche democratico, ma su basi che di liberal hanno poco. E allo stesso tempo, lo stereotipo del liberal un po' radical-chic attecchisce poco anche su quel ceto urbano-industriale impoverito da decenni di de-industrializzazione e di stagnazione dei salari dell'industria: un fenomeno questo che si sente in stati che in passato avevano una forte vocazione industriale, penso alla Pennsylvania ad esempio.

Insomma, per i Democratici americani il cammino è ancora lungo e non si può dare nulla per scontato. Peraltro, i venti di crisi aiutano, di solito, i partiti conservatori: la paura è di destra. E McCain era quasi riuscito infatti a sfruttare crisi e insicurezze per spostare l'ago della bilancia a suo favore. Certo, non gli ha giovato un certo populismo e un certo numero di stupidaggini dette a proposito del mercato finanziario, in questi giorni di crisi, e Obama forse (o forse il suo esperto vice?) sembrano più sicuri di sè.

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Cambiando continente, anche in Giappone si avvicinano elezioni. Il Partito liberaldemocratico difficilmente perderà la sua centralità nel sistema politico nipponico, che ha governato quasi ininterrottamente negli ultimi 60 anni, con solo breve parentesi. Certo è, però, che naviga sempre più a vista, cambiando politica a seconda della corrente che prende il sopravvento. Dopo il rinnovamento e l'American Style di Koizumi, siamo passati al revanchismo di Fukuda che, dopo aver deluso in politica interna e provocato un inasprimento dei rapporti con la Cina e i vicini asiatici, si è dovuto dimettere. Ora sarà Taro Aso il nuovo premier giapponese e leader del Partito liberaldemocratico: nazionalista e favorevole al taglio delle tasse, nemmeno lui sembra però avere delle chiare risposte sul futuro del Giappone che, sebbene uscito dalle più che decennale crisi degli anni Novanta, non ha ritrovato il ritmo di una crescita che lo riporti alle vette mondiali.

mercoledì 17 settembre 2008

Ecco la soluzione!

Il Nano ha creato la soluzione per la vicenda Alitalia.
Certo, forse nel termine soluzione, in questo caso, più che il riferimento al "risolvere" s'intende il riferimento allo "sciogliere", perché il piano industriale per la futura compagnia assomiglia molto ad un ridimensionamento/chiusura.
Non che ci si potesse aspettare molto visto che il presidente si chiama Fantozzi, per quanto Augusto.


Per capire cosa voglio dire:

  1. il piano industriale non prevede alcun hub, ovvero nessun grande scalo intercontinentale/internazionale su cui concentrare i voli regionali;

  2. gli esuberi sono molto superiori a quelli previsti dal piano Air France, caldeggiato in primavera dal Pd e dal governo Prodi; e visto che si è arrivati alla stessa soluzione di vendere ad un partner estero, a questo punto era meglio il piano del governo Prodi, mi pare;

  3. ciò dimostra che il governo Berlusconi, in questi sei mesi, ha semplicemente perso tempo!

  4. e la cosa preoccupante è che non si dice la verità: il mix di riduzione della flotta, eliminazione degli hub, partnership estera ha un solo significato industriale: trasformazione di Alitalia in un vettore regionale di 2° piano... altro che rilancio!!!

lunedì 15 settembre 2008

Lehman non c'è più

Lehman Brothers e Merrill Lynch sono sull'orlo del fallimento. Anzi, Lehman è fallita proprio stamattina, mentre Merrill Lynch è stata comprata da Bank of America.

Se ne vanno, con molti oneri e pochi onori, due colossi dell'alta finanza a stelle e strisce, protagonisti della finanza newyorkese da fine Ottocento.

Vabbè... potrebbe sembrare un problema un po' per conto suo ma, al di là delle conseguenze economiche, ci sarebbe anche molto da dire sulla crisi di un certo sistema economico basato sull'idea che il terziario, i servizi, e in specie finanza, assicurazioni... creino ricchezza. L'idea cioè che la ricchezza si crei sul nulla.

Ora, teniamo presente che il terziario sono i servizi. Servizi alla persona, che si reggono quindi sul potere d'acquisto della persona, la quale lo ricava da un reddito da lavoro o di rendita. Bene. Oppure sono servizi all'impresa, e dunque si reggono sull'economia reale, produttiva.

Dunque, alla base, vi è comunque un'economia reale. E se questa va male, va male tutto. E soprattutto, se questo tessuto reale s'indebolisce, non p che viene il sospetto che l'economia, anche se in crescita, abbia delle basi troppo poco solide?

Ci sarebbe poi anche parecchio da dire sulla tendenza di molti amministratori locali attuali a ritenere che le loro città possano reggersi solo su un'economia fatta di turismo, servizi, finanza. E chi produce? E fino a quando i servizi resteranno lì? E quando faranno aarmi e bagagli e si sposteranno, più comodamente, al seguito delle imprese, che magari abbiamo delocalizzato altrove?


venerdì 12 settembre 2008

Campioni europei

Ci sarà un giorno una squadra olimpica europea?

Io spero di sì...

Leggi qui


[...]Una squadra europea? Alle Olimpiadi ogni paese corre separatamente, anche se una suadra europea unica "aiuterebbe l'unità dell'Unione europa", dichiara Mavrommatis, cher si spinge più in là immaginando una competizione fra i cinque continenti, "ma in questo caso non si tratterebbe più di Olimpiadi". É d'accordo con il collega la deputata Batzeli, che evidenzia piuttosto l'importanza del messaggio che l'Ue dovrebbe promuovere per gli atleti e la cultura". "Le cose dovrebbero rimanere così, le fa eco Mănescu, altrimenti molti atleti non riuscirebbero a partecipare ai Giochi...credo nell'Europa delle diversità e della concorrenza e ogni Stato membro può portare il suo prezioso contributo al progetto europeo anche nello sport". Pure Schmitt è dello stesso avviso e non crede nella possibilità di un'unica squadra europea: "Ogni paese è fiero della sua identità e conserva gelosamente le sue trazioni sportive".




martedì 9 settembre 2008

IRIS e dintorni

Un tre anni fa suppergiù, si consumò il fallito tentativo di creare NES (NordEst Servizi), una grande multiutility del nordest che avrebbe potuto fare concorrenza alle grandi multiutility nazionali. Il tentativo, che a livello regionale prevedeva quindi la scomparsa delle due multiutility di Udine e Trieste, AMGA e Acegas, si arenò, fra i tanti problemi, anche per la rivalità tra Udine e Trieste, che itneressarono anche il CAFC, il Consorzio Acquedotto Friuli Centrale, tradizionale terreno di conquista per la politica friulana.
Non è un caso, che i giornali abbiano fatto menzione delle idnagini che interessano alcuni politici locali per appalti e incarichi assegnati dal CAFC.
Allora, per dare alla piccola IRIS, la multiutility della piccola provincia di Gorizia, un'efficace forza contrattuale, la presidenza della società era stata attribuita a Gutty, nella convinzione che i suoi agganci con la finanza italiana potessero consentire a IRIS di non fare il vaso di coccio tra i giganti. Almeno questa era la motivazione ufficiale; già all'epoca alcuni dubbi sull'operazione c'erano. Oggi è più chiaro, esaminando la storia recente della vicenda, che dietro c'era ben poco di politica industriale, ma soprattutto che allora IRIS era stata decisamente sottoquotata.
NES fallì, Iris si dibatte in problemi di strategia e di redditività, legati in particolare all'eccessiva incidenza dei costi del personale, in un contesto in cui la buona performance della raccolta differenziata a Gorizia e nella Destra Isonzo si scontra con la pessima performance della Sinistra Isonzo, dove storicamente il centrosinistra è più forte.
Così, vista l'opposizione dei cittadini alla raccolta differenziata (e poi dicono il senso civico degli elettori di siistra... mah!), tanti amministratori di centrosinistra del monfalconese si oppongono (magari non ad alta voce) alla differenziata.
Tutto questo per dire che, oggi che si riparla di creare un'aggregazione regionale, ci sono aspetti interessanti. Che riguardano il Friuli-V.G. ma che immagino si verifichino più o meno in tutta Italia. C'è chi propone una fusione di IRIS con AMGA, chi con Acegas. Meglio di tutto una fusione a tre che permetterebbe a Gorizia di avere comunque uno spazio contrattuale in un accordo a tre. La cosa interessante è che proprio nel Monfalconese si concentra il consenso verso la fusione con Acegas, che non fa la differenziata (a Trieste usano il termovalorizzatore), così che una fusione IRIS-ACEGAS vorrebbe dire scongiurare il rischio differenziata nel Monfalconese.
Insomma... la cosa curiosa è che praticamente mi trovo sulla stessa linea del sindaco di centrodestra Ettore Romoli, che guarda ora con favore ad AMGA. Linea condivisa da molti, dal presidente della Provincia Gherghetta ad esempio, e che mira a sfruttare la pingue offerta (90 milioni di euro) avanzata da AMGA, per comprarsi il settore energia di IRIS e puntare alla leadership regionale.
Insomma... molte manovre all'ombra di IRIS... ma il punto è, e questo vale per tutta Italia... quello che resterà dell'ex municipalizzata, cioè settori rifiuti e acqua (questo già scorporato), resterà in mano pubblica???
E' così scandaloso dire che gestione degli impianti di trattamento rifiuti e della rete idrica DEVONO restare pubblici? ...e non finire a speculatori che alzeranno le tariffe a piacimento???
Va bene mercato, ma le reti idriche sono un monopolio, non un mercato!

lunedì 8 settembre 2008

Le circoncisioni leghiste

Il Friuli Venezia Giulia è stato "funestato" in questo weekend da una simpatica querelle tra la Lega Nord e l'assessore regionale alla Sanità, Kosic.
Materia del contendere era la proposta dell'assessore di permettere interventi di circoncisione gratuiti all'ospedale Burlo Garofolo di Trieste. L'idea alla base, suppongo, sarebbe di garantire che interventi di circoncisione, oggi che sono molto diffusi tra le comunità immigrate, avvengano in un ambiente sterile e con personale sanitario qualificato.
A ben pensarci, è solo uno dei tanti episodi di frizione tra Lega Nord e il resto del centrodestra. Se qui in Friuli ciò è avvenuto in un episodio che segnala la tendenza xenofoba di questo movimento, è da notare che a livello nazionale la Lega è una specie di baluardo contro le porcate del resto del centrodestra: l'opposizione al maestro unico della Gelmini, l'opposizione al piano "svuota-carceri" di Alfano, i paletti sul lodo Alfano e sulle norme anti-intercettazioni.
Una lega bipartisani?
No... piuttosto un'ulteriore sfida per il Pd che potrebbe continuare a perdere consensi verso la Lega, che se è lontana dal centrosinistra su alcuni temi, gli è vicino su molti altri. Quello che temo è che i temi di vicinanza siano maggiori e più importanti di quelli di contrasto.

venerdì 5 settembre 2008

Leszek Kolakowski

In un articolo dal titolo "Il concetto di sinistra", scritto il 24 febbraio 1957, Leszek Kolakowski, leader della sinistra studentesca polacca, scriveva:

La Sinistra non può fare a meno di un'utopia: e questo è un fatto d'importanza fondamentale se si vogliono capire le contraddizioni interne ai movimenti di sinistra. [...] L'utopia è la tensione verso mutamenti che "realisticamente" non possono essere il frutto di un'azione immediata, cambiamenti che stanno al di là di ogni prevedibile futuro. Con tutto ciò, l'utopia resta uno strumento dell'azione sulla realtà e della pianificazione dell'attività sociale.
[...]
Utopia per me significa una certa condizione della coscienza sociale, una controparte intellettuale del movimento sociale che si batte per trasformazioni radicali del mondo. Essa offre al movimento reale il senso di realizzare un ideale sorto nel regno del puro spirito. L'utopia è la coscienza misterica di una tendenza storica reale.
[...]
Lo strumento delle rivoluzioni è l'utopia.


Leszek Kolakowski (nato a Radom, Polonia, nel 1927), è un insigne filosofo vivente, noto per le sue analisi del pensiero marxista. Dottoratosi a Varsavia con una tesi su Spinoza, K. fu dal 1947 al 1966 un militante del Partito comunista operaio polacco. Dopo aver conosciuto il regime staliniano nel corso di un viaggio a Mosca, ruppe con lo stalinismo proclamandosi "marxista revisionista" e auspicando un'interpretazione umanistica del marxismo. Espulso dal Partito, K. addivenne a sostenere, in "Le principali correnti del marxismo", che lo stalinismo fosse l'inevitabile punto d'arrivo del comunismo e non solo una sua degenerazione.

Orrore metafisico, Il Mulino, 2007 (ed. orig. 1988)
Nascita, sviluppo e dissoluzione del marxismo, Sugarco, 1978-85, (Główne nurty marksizmu 1976), 3 voll.

mercoledì 3 settembre 2008

Destra e Sinistra

Ho ripreso in mano un libro di Marco Revelli, Destra e Sinistra: l'identità smarrita. Avevo iniziato a leggerlo ma poi perso tra mille cose l'avevo abbandonato.

Il testo non è semplice, forse maggiori conoscenze della moderna filosofia politica, Bobbio in primis, mi aiuterebbe. In ogni caso, è interessante, affronta in successioni i vari approcci alla questione del "Esistono ancora una destra e una sinistra? e qual è la differenza?".

Certamente, il libro ha alla fine lo scopo di dimostrare che Destra e Sinistra esistono ancora. Di certo, ci aiuta l'idea che siano concetti relativi, mutevoli, in cambiamento. Tuttavia dei punti fermi ci sono sempre: conservatorismo contro progressismo, egualitarismo contro inegualitarismo.

Al di là di ogni giudizio di valore e ogni preferenza personale (in fondo quella è una scelta morale, ma che crea un così netto spartiacque, non per niente si cheide spesso "ma tu SEI di destra o di sinistra?") è dunque evidente che i fondamenti di una profonda differenza c'è. Da una parte la destra e dall'altra la sinistra. Per il centro non esiste. Poi certo, diciamo sinistra, centrosinistra, estremisti e moderati, centrodestra e destra estrema. Ma la distinzione resta.
In ogni caso, leggete il libro:


Marco Revelli
Laterza