domenica 30 novembre 2008

Il perché di un movimento giovanile

La settimana scorsa, il 21 novembre, si sono tenute, a Gorizia come in tutta Italia, le primarie dei Giovani democratici, cioè il movimento giovanile del Pd.

Affluenza sui 1.000 partecipanti in tutto il Friuli Venezia Giulia, 120.000 e passa a livello nazionale. Da quel che ho letto, affluenza buona al centro-sud, scarsa al nord (la Lombardia ancora peggio della nostra regione).
Credo sia stato un passaggio necessario: spesso sento dire che non si capisce quale utilità abbia un movimento giovanile, separato dal partito "adulto". In realtà i motivi sono diversi. Certamente se si concepisce questo movimento giovanile come una replica del Pd, una specie di piccolo campo di addestramento per "professionisti della politica", bè è fondamentalmente inutile. Per inciso, la "formazione politica" in senso stretto la può fare benissimo il partito direttamente.
In realtà i motivi sono vari:
1 - è in corso un attacco senza precedenti alla scuola e all'università pubbliche: non è pensabile che la principale forza politica d'opposizione, quella che più d'ogni altra, da anni, predica l'importanza del rafforzamento del sistema della formazione, non sia presente tra le ragazze e i ragazzi che si oppongono ogni giorno alla distruzione del proprio futuro: perché nel momento in cui le manifestazioni e le occupazioni finiranno, è necessario che qualcosa di nuovo sia stato costruito, che una coscienza politica si sia formata, altrimenti le forze della reazione conservatrice avranno la meglio;
2 - perché di fronte all'onnipresenza culturale della destra nelle scuole, è necessario che la sinistra faccia opera di educazione civica: si tratta non di formare dirigenti di partito, ma cittadini, di diffondere l'abitudine al senso critico, all'analisi dei problemi, il valore delle istituzioni e della democrazia;
3 - perché la rabbia e la frustrazione di chi a 25 o 28 anni non trova lavoro, di chi dopo la laurea si deve accontentare di un lavoro mediocre e sottopagato mentre i soliti "figli di papà" beneficiano di conoscenze e consociativismi... perché questa rabbia non rimanga senza espressione, è necessario che sia dia una dimensione politica ad essa: deve tradursi in una capacità di scelta elettorale, di analisi critica delle proposte che le forze politiche fanno: solo così non si sarù più in balia di false promesse, ma si saràin grado di scegliere ciò che è meglio per il proprio futuro;
4 - perché credo che un movimento politico giovanile, che in sedi proprie abbia la possibilità di discutere e elaborare proposte, possa essere di stimoli, di pungolo, a tutta la politica italiana, che è fortemente arretrata su temi come l'ambiente o i diritti di cittadinanza.
Insomma, motivi ce ne sono in abbondanza, i partiti mostrano difficoltà a radicarsi tra i più giovani, ma credo sia proprio tra i più giovani che vada fatta un'opera di radicamento culturale.
Per inciso... a Gorizia è stato eletto un gruppo di ragazzi piuttosto giovani... mi viene in mente Beatrice Defacio di appena 17 anni, rappresentante d'istituto al Cossar-DaVinci di Gorizia. Bè buon lavoro a loro!

1 commento:

Anonimo ha detto...

Marco hai perfettamente ragione, un movimento giovanile è necessario per i motivi da te elencati (che non voglio ripetere), ma adesso bisogna pensare che dopo le primarie dobbiamo muoverci seriamente e non protestare ancora come sento spesso in giro o leggo su vari blog per presunti brogli o scontenti di chi è stato escluso.
Un saluto