giovedì 4 dicembre 2008

Licio Gelli docet

Dal blog di Nicola Tranfaglia, editorialista de l'Unità nonché ex parlamentare Pdci passato al Pd, e oggi docente di Storia all'Università di Torino, questa riflessione piuttosto inquietante sulla P2 e sul sindacato italiano. Come dice Tranfaglia, Licio Gelli docet...

Licio Gelli docet. Non c'è dubbio che il programma del quarto governo Berlusconi ha un rapporto diretto e di attuazione più o meno graduale del Piano di rinascita democratica dettato dal Venerabile, da poco ritornato sugli schermi televisivi. Il piano, a proposito dei sindacati, è assai chiaro: "la scelta prioritaria - scrive l'incappucciato o chi per lui - è fra la sollecitazione alla rottura, seguendo cioè le linee esistenti dei gruppi minoritari della CISL e maggioritari della UIL, per poi agevolarne la fusione con gli autonomi, acquisire con strumenti finanziari di pari entità i più disponibili fra gli attuali confederati allo scopo di rovesciare i rapporti di forza all'interno dell'attuale trimurti. Gli scopi reali da ottenere sono: a) restaurazione della libertà individuale nelle fabbriche e aziende in genere per consentire l'elezione dei consigli di fabbrica con effettive garanzie di segretezza del voto; b) ripristinare per tale via il ruolo effettivo del sindacato di collaboratore del fenomeno produttivo in luogo di quello illegittimamente assunto di interlocutore in vista di decisioni politiche aziendali e governative. Sotto tale profilo, la via della scissione e della successiva integrazione con gli autonomi sembra preferibile anche ai fini dell'incidenza positiva sulla pubblica opinione di un fenomeno clamoroso come la costituzione di un vero sindacato che agiti la bandiera delle libertà e della tutela economica dei lavoratori. Anche in termini di costo è da prevedere un impiego di strumenti finanziari di entità inferiori all'altra ipotesi." Un simile progetto esclude dall'inizio l'esistenza medesima del maggiore sindacato italiano, la CGIL. E può essere la seconda tappa del piano che sta attuando il governo Berlusconi.
[continua...]

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