martedì 9 settembre 2008

IRIS e dintorni

Un tre anni fa suppergiù, si consumò il fallito tentativo di creare NES (NordEst Servizi), una grande multiutility del nordest che avrebbe potuto fare concorrenza alle grandi multiutility nazionali. Il tentativo, che a livello regionale prevedeva quindi la scomparsa delle due multiutility di Udine e Trieste, AMGA e Acegas, si arenò, fra i tanti problemi, anche per la rivalità tra Udine e Trieste, che itneressarono anche il CAFC, il Consorzio Acquedotto Friuli Centrale, tradizionale terreno di conquista per la politica friulana.
Non è un caso, che i giornali abbiano fatto menzione delle idnagini che interessano alcuni politici locali per appalti e incarichi assegnati dal CAFC.
Allora, per dare alla piccola IRIS, la multiutility della piccola provincia di Gorizia, un'efficace forza contrattuale, la presidenza della società era stata attribuita a Gutty, nella convinzione che i suoi agganci con la finanza italiana potessero consentire a IRIS di non fare il vaso di coccio tra i giganti. Almeno questa era la motivazione ufficiale; già all'epoca alcuni dubbi sull'operazione c'erano. Oggi è più chiaro, esaminando la storia recente della vicenda, che dietro c'era ben poco di politica industriale, ma soprattutto che allora IRIS era stata decisamente sottoquotata.
NES fallì, Iris si dibatte in problemi di strategia e di redditività, legati in particolare all'eccessiva incidenza dei costi del personale, in un contesto in cui la buona performance della raccolta differenziata a Gorizia e nella Destra Isonzo si scontra con la pessima performance della Sinistra Isonzo, dove storicamente il centrosinistra è più forte.
Così, vista l'opposizione dei cittadini alla raccolta differenziata (e poi dicono il senso civico degli elettori di siistra... mah!), tanti amministratori di centrosinistra del monfalconese si oppongono (magari non ad alta voce) alla differenziata.
Tutto questo per dire che, oggi che si riparla di creare un'aggregazione regionale, ci sono aspetti interessanti. Che riguardano il Friuli-V.G. ma che immagino si verifichino più o meno in tutta Italia. C'è chi propone una fusione di IRIS con AMGA, chi con Acegas. Meglio di tutto una fusione a tre che permetterebbe a Gorizia di avere comunque uno spazio contrattuale in un accordo a tre. La cosa interessante è che proprio nel Monfalconese si concentra il consenso verso la fusione con Acegas, che non fa la differenziata (a Trieste usano il termovalorizzatore), così che una fusione IRIS-ACEGAS vorrebbe dire scongiurare il rischio differenziata nel Monfalconese.
Insomma... la cosa curiosa è che praticamente mi trovo sulla stessa linea del sindaco di centrodestra Ettore Romoli, che guarda ora con favore ad AMGA. Linea condivisa da molti, dal presidente della Provincia Gherghetta ad esempio, e che mira a sfruttare la pingue offerta (90 milioni di euro) avanzata da AMGA, per comprarsi il settore energia di IRIS e puntare alla leadership regionale.
Insomma... molte manovre all'ombra di IRIS... ma il punto è, e questo vale per tutta Italia... quello che resterà dell'ex municipalizzata, cioè settori rifiuti e acqua (questo già scorporato), resterà in mano pubblica???
E' così scandaloso dire che gestione degli impianti di trattamento rifiuti e della rete idrica DEVONO restare pubblici? ...e non finire a speculatori che alzeranno le tariffe a piacimento???
Va bene mercato, ma le reti idriche sono un monopolio, non un mercato!

Nessun commento: