mercoledì 24 settembre 2008

Tra gli States e il Giappone...



Secondo i sondaggi, Obama è di nuovo in vantaggio su McCain.

Di nuovo? Sì, perché per un mese circa era passato a rincorrere l'avversario repubblicano.

Ok ok... sembra strano. A sentir la stampa italiana Obama sarebbe il personaggio più amato di questo mondo. In realtà, l'America è un paese complesso, per certi versi anche piuttosto chiuso e refrattario alle influenze esterne. L'America "liberal" di Friends, Sex&TheCity o perfino Will & Grace è lontana anni luce dall'America profonda del Midwest, quella che vota magari anche democratico, ma su basi che di liberal hanno poco. E allo stesso tempo, lo stereotipo del liberal un po' radical-chic attecchisce poco anche su quel ceto urbano-industriale impoverito da decenni di de-industrializzazione e di stagnazione dei salari dell'industria: un fenomeno questo che si sente in stati che in passato avevano una forte vocazione industriale, penso alla Pennsylvania ad esempio.

Insomma, per i Democratici americani il cammino è ancora lungo e non si può dare nulla per scontato. Peraltro, i venti di crisi aiutano, di solito, i partiti conservatori: la paura è di destra. E McCain era quasi riuscito infatti a sfruttare crisi e insicurezze per spostare l'ago della bilancia a suo favore. Certo, non gli ha giovato un certo populismo e un certo numero di stupidaggini dette a proposito del mercato finanziario, in questi giorni di crisi, e Obama forse (o forse il suo esperto vice?) sembrano più sicuri di sè.

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Cambiando continente, anche in Giappone si avvicinano elezioni. Il Partito liberaldemocratico difficilmente perderà la sua centralità nel sistema politico nipponico, che ha governato quasi ininterrottamente negli ultimi 60 anni, con solo breve parentesi. Certo è, però, che naviga sempre più a vista, cambiando politica a seconda della corrente che prende il sopravvento. Dopo il rinnovamento e l'American Style di Koizumi, siamo passati al revanchismo di Fukuda che, dopo aver deluso in politica interna e provocato un inasprimento dei rapporti con la Cina e i vicini asiatici, si è dovuto dimettere. Ora sarà Taro Aso il nuovo premier giapponese e leader del Partito liberaldemocratico: nazionalista e favorevole al taglio delle tasse, nemmeno lui sembra però avere delle chiare risposte sul futuro del Giappone che, sebbene uscito dalle più che decennale crisi degli anni Novanta, non ha ritrovato il ritmo di una crescita che lo riporti alle vette mondiali.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

intanto in Austria la destra estrema guadagna tantissimo..

Marco Rossi ha detto...

Infatti. Sembra che un'ombra nera gravi sul mondo...