sabato 12 gennaio 2008

Perché non eliminiamo i consigli di quartiere?

La Finanziaria 2008 approvata dal Centrosinistra ha stabilito la soppressione dei Consigli circoscrizionali (o di quartiere) nei centri di meno di 100.000 abitanti, ritendendoli non necessari e dunque una spesa inutile. Un buon provvedimento, dunque, per ridurre i "costi della politica".
Ora uno schieramento trasversale si oppone a ciò. In Friuli, il consigliere regionale di Forza Italia Galasso, appoggiato tra gli altri da Valenti (capogruppo comunale FI a Gorizia), ha presentato una proposta di legge per reintrodurli in tutti i capoluoghi di Provincia, trovando peraltro appoggio in Rifondazione (e poi dicono gli inciuci di Veltroni...!).
Oggi sul Messaggero Veneto, edizione di Gorizia, si è aperto il dibattito. Si segnalano gli ninterventi del presidente del consiglio comunale (Roldo, Forza Italia) che dice "sono ben altri i costi da tagliare" che a me pare tanto un modo perché a iniziare a tagliarli sia sempre qualcun altro... E si segnala l'intervento del mio collega piddino Federico Vidic secondo il quale i consigli di quartiere sono una ricchezza e importanti in una città multiculturale e multilinguistica come Gorizia... Sì sì tutte belle cose, ma se esigenze particolari vi sono nelle aree decentrate (tipo Lucinico, di fatto un centro abitato a sè) o nelle aree dove prevale la minoranza linguistica slovena (Oslavia e San Andrea), altri "parlamentini" non hanno proprio ragion d'essere. E per quanto questi enti facilitino la partecipazione e il legame con il territorio, resta il fatto che sono, sostanzialmente, inutili!
Qui di seguito l'intervento inviato oggi alla stampa da me, e che spero sia pubblicato...

La Finanziaria 2008 ha stabilito, fra l’altro, l’eliminazione dei Consigli circoscrizionali nelle città con meno di 100 mila abitanti. Un provvedimento che, insieme ad altre misure tese a ridurre il costo delle istituzioni (ad esempio, la riduzione a cinque del numero di consiglieri d’amministrazione nelle società pubbliche), ha voluto recepire la richiesta emersa a gran voce dalla società di una maggiore sobrietà della politica. Si apprende invece ora che Forza Italia vorrebbe reintrodurre nella nostra regione i Consigli di quartiere per tutti i capoluoghi di Provincia. La questione chiaramente interessa direttamente Gorizia. Le motivazioni per mantenere i “Parlamentini” paiono tuttavia inconsistenti: decentramento? Di cosa, se le funzioni dei Cdq sono estremamente limitate, e peraltro consultive, e l’intera città ha peraltro una popolazione abbastanza ridotta da permettere una gestione diretta da parte del Comune? Certamente si potrebbe pensare a rivalutare il ruolo di queste istituzioni, ma resta il fatto che 10 consigli di quartiere in una città di circa 36.000 abitanti sono troppi! Siamo davvero sicuri che a Gorizia servano 40 consiglieri comunali e addirittura altri 120 consiglieri circoscrizionali? Si sostiene (Roldo) che siano ben altri i costi della politica che vanno eliminati, ed è certamente vero che i consiglieri di quartiere non costano poi molto, ma resta sempre da valutare se, a fronte della scarsa utilità effettiva di questi enti, siano comunque delle spese giustificabili di fronte ai cittadini-contribuenti. E inoltre, bisogna anche conteggiare il costo del personale comunale preposto alla verbalizzazione delle sedute, il costo delle sedi dove i parlamentini si riuniscono, il costo delle elezioni degli stessi organismi, e così via... Infine, la proposta di legge di Forza Italia (Mess. Ven. del 12/01) lascerebbe ai Comuni il compito di stabilire i compensi dei consiglieri circoscrizionali, così aprendo la possibilità di indiscriminate corse agli aumenti delle indennità.
In questo senso, il compito del Partito democratico, che ha sempre voluto distinguersi per la capacità di saper rispondere alle esigenze che emergono dal corpo sociale, è quello di
perseguire la strada della riduzione dei costi superflui e di una maggiore efficienza delle istituzioni: l’eliminazione dei “parlamentini” è un primo passo. L’esigenza di un decetramento per particolari situazioni locali può essere salvaguardata dal mantenimento solo dei Consigli circoscrizionali delle zone più periferiche, come Lucinico, Oslavia, Piedimonte, Madonnina e S.Andrea. E se proprio l’eliminazione di alcuni consigli sarà impossibile, pensiamo almeno alla riduzione del loro numero procedendo a degli accorpamenti.

Marco Rossi, Pd (Gorizia)

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Preciso che dei consigli di quartiere so poco in generale, meno ancora nello specifico della realtà goriziana. Tuttavia sono, come te, convinta che prima o poi per tagliare i costi della politica da qualche parte si debba iniziare. E dunque, iniziamo da ciò che effettivamente serve poco, per non dire nulla. Ritengo di non essere la sola a sostenere che la peculiarità di certe zone si possa salvaguardare e tutelare anche in altro modo. Se poi questi cdq si rivelassero indispensabili, bene: lasciamoli sopravvivere, ma solo dove veramente ce n'è necessità.
Come dico sempre, se mai si comincia a volere davvero il cambiamento, si rimarrà sempre fermi. Non occorre rivoluzionare sempre tutto (anche perché non è sempre possibile), ma almeno cominciare dalle piccole cose...

Marco Rossi ha detto...

concordo! ...aggiornamento: l'intervento è stato pubblicato sull'edizione goriziana del Messaggero Veneto!

Anonimo ha detto...

Splendido! Chissà come accoglieranno la questione i diretti interessati, ovvero i cittadini goriziani... Facci sapere come andrà, se ci saranno sviluppi.

Marco Rossi ha detto...

Oggi l'articolo era inserito all'interno di un articolone dove era riportata anche la posizione di un consigliere sempre di centrosinistra ma non.Ulivo che sostenevainvece la ricchezza culturale rappresentata dai Cdq.. mah... a me pare che nel centrosinistra si sia spesso un po' qualunquisti, nel chiedere prima la riduzione dei costi della politica e poi alzare barricate quando questi provvedimenti ci colpiscono direttamente. Un minimo di coerenza non guasterebbe..

Anonimo ha detto...

Uhm... io ho notato che da un po' di tempo a questa parte la coerenza sta alla politica come Polifemo sta allo strabismo. Comunque, è evidente che il centrosinistra non conosca (o non afferri) particolarmente il significato della parola "coesione". Troppo spesso al suo interno ci sono voci in netta reciproca contrapposizione. Io che non amo l'omologazione e il pensiero da "catena di montaggio" trovo che si lasci troppo spesso i nostri rappresentanti un po' a briglia sciolta. Se magari riuscissero a concordare un strategia unitaria e a perseguirla fino in fondo sarebbe uno di quei cambiamenti positivi di cui abbiamo parlato in questi giorni. Ma forse i miei sono solo sogni... :-)

Marco Rossi ha detto...

Diciamo che sarebbe sufficiente che il "dibattito interno" si facesse... all'interno appunto. Giusto perché i panni si lavano "in famiglia", come si suol dire. Ciao e grazie per l'assidua frequentazione del mio blogghino ;-)