Il governo sostiene la necessità di innalzare a 65 anni l'età di pensionamento per le donne. Eppure nel nostro paese mancano i servizi compensativi che permettono di sgravare le donne dal dovere di occuparsi di marito, figli, e parenti vari. Perdura una visione patriarcale nella ripartizione dei doveri familiari, ma le esigenze di bilancio pubblico sono comuni a quelle di altri paesi europei.
Si intende risparmiare dall'innalzamento dell'età di pensionamento per le donne, ma il raggiungimento di una piena parità tra uomo e donna anche nella sfera dei doveri domestici, al fine di permettere alle donne di liberare energie per la propria realizzazione personale, anche a vantaggio della società (in termini di creatività inespresse, energie che si liberano e così via), richiederebbe più risorse anziché dei risparmi.
Servirebbero più asili nido, tempo prolungato e tempo pieno nelle scuole primarie, più doposcuola, e così via.
Dov'è tutto questo? Non si sa, ma intanto, tu donna partorirai con dolore e lavorerai fino a 65 anni.
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