giovedì 14 giugno 2007

Io non decresco!

Ieri ho avuto un incontro assurdo nella bottega del commercio equo e solidale che c'è a Gorizia... c'ero andato a cercare un regalo per una mia amica, e mi trovo nel bel mezzo di una dotta discussione sulla "decrescita"... tema di cui qualcosa avevo sentito, abbastanza di sfuggita comunque. Insomma 'sti tipi, mentre io mi aggiravo furtivo tra gli scaffali, mi addocchiano e una gentile signora mi fa "oh, la stavo trascurando... ma ci avrà sentiti parlare: può partecipare anche lei!" al che il mio primo pensiero è stato del tipo "NOOOOOOOOOOOOOOOOO!!!!"
comunque sia, poiché le convenzioni sociali richiedono un minimo livello di savoir faire, ho dovuto ripiegare su un più convenzionale "ehm sì... ho sentito... ma io veramente non sono molto d'accordo con la teoria della decrescita"...
...sguardi vacui, volti pallidi... e 4 persone che mi fissano incredule! insomma a loro doveva sembrare impossibile che io mettessi in discussione il loro credo.
Insomma, per farla breve, è saltato fuori che avevo di fronte uno dei massimi esperti della Decrescita in Italia, un certo Taldeitali, che era venuto a Gorizia per un'intervista....
....ha cercato di far proselitismo un po' con me ma ero visibilmente scettico e alla fine mi hanno solo lasciato unn volantino, io a loro ho lasciato il mio indirizzo email per la loro newsletter.
Cmq... stamane mentre sprofondavo nella sedia del bar dell'università, mi son letto il libercolo... e c'ho trovate un mare di.... cazzate!!!!!!
- ad esempio una forte motivazione alla teoria della decrescita viene dal cosidetto "effetto rimbalzo": vale a dire che le innovazioni tecnologiche spesso porterebbe ad un aumento dello sfruttamento delle risorse naturali anziché una loro riduzione. Osservazione interessante e pertinente. Un esempio appropriato che viene portato è relativo all'introduzione dei pc che ha aumentato notevolmente il consumo di carta.
Ma poi portano un esempio che non sta né in cielo né in terra. Ve lo cito:
"l'automobile: le auto di oggi consumano il 30% in meno di quelle di vent'anni fa, eppure i consumi di carburante sono aumentati. Questo perché oggi utilizziamo l'auto di più".
Bene... non mi pare proprio che questo sia un effetto di rimbalzo: il maggiore utilizzo dell'auto non è infatti una conseguenza del minor consumo di carburante, ma di mutate esigenze e possibilità da parte della popolazione.
Poi in un altro punto si portano ad esempi di pionieristiche espressioni della decrescita, capaci di creare i presupposti, in piccolo, per un nuovo modello economico, delle pratiche come il commercio equo e solidale, il consumo critico e i gruppi di acquisto solidali.
Il fatto è che ciascuno d questi modelli può tranquillamente trovare posto in un economia di tipo capitalista. Ad esempio il commercio equo e solidale è in fondo una forma di commercio che procede ad un'allocazione dei ricavi del commercio diversa dal solito, ma non estranea ad una visione prettamente economica. Così il consumo critico può indurre nuove pratiche commerciali con il proprio potere di influenza.
Ma si può "fare decrescita", coerentemente, solo ponendosi al di fuori del sistema economico e proponendo un economia valoriale più che materiale. A meno di non ammettere che la decrescita sia invece altro, e cioè una mera contrazione dei consumi, il che mi è però stato negato dai dotti individui che ho incontrato mercoledì scorso.
Ovviamente, nonostante il mio scetticismo, non voglio in alcun modo ironizzare su questa teoria che, sebbene in modo assai raffazzonato, pone dei problemi molto seri.
Invito quindi comunque ad informarvi meglio sull'argomento sul sito: www.decrescita.it

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