sabato 17 gennaio 2009

La crisi e il nulla..

Capita a volte che i quotidiani segnalino le preoccupazioni per la debolezza dei provvedimenti del governo di fronte alla crisi. Per inciso, l'opposizione, in primis Pd e Prc, lo dicono da tempo: il governo non ha fatto praticamente nulla contro la crisi, avendo tra l'altro sperperato 15 miliardi di euro nell'eliminazione dell'Ici, un provvedimento che in larga misura beneficia un ceto proprietario tendenzialmente agiato, e quindi si tratta di una misura che non favorisce i ceti maggiormente colpiti dalla crisi. In altre parole, non è una politica che sostiene i redditi e i poteri d'acquisto.

Comunque sia... pare dunque che improvvisamente anche gli industriali si siano accorti che questo governo non è tutto oro, e che Tremonti non sia poi 'sto gran genio. Ma come mai cotanta preoccupazione degli industriali?

Vediamolo.

In Germania, il governo Merkel, benché abbia respinto l'"assalto alla diligenza", ha comunque stanziato 25 miliardi di euro per far fronte alla crisi. Inoltre, una volta stabilito in sede europea che potevano essere "allargate le maglie" degli aiuti di Stato, il governo tedesco si è messo al lavoro a tappe forzate, elaborando un piano che è stato sottoposto e approvato dalla Commissione europea. Così dal 2010 le imprese tedesche potranno beneficiare di non trascurabili vantaggi competitivi.
Nonostante il governo Berlusconi abbia più volte detto che andavano "allargate le maglie" e sostenute le imprese, non si è invece mosso, e per ora le nostre imprese non saranno autorizzate a beneficiare di contributi in misura aggiuntiva in quanto un piano in tal senso non è ancora stato presentato dal nostro governo alle autorità europee.

Ma soprattutto il governo Berlusconi ha stanziato per la crisi appena 5 miliardi di euro. Una somma ridicola, se pensiamo al fatto che la sola, fallimentare e assurda gestione Tremonti-Letta della vicenda Alitalia ha fatto perdere allo Stato italiano 3,5 miliardi di euro (tra debiti passati allo stato e mancato introito dalla vendita della compagnia aerea rispetto ad aprile quando Air France era disposta ad accollarsi i debiti e pagare 1 miliardo...).

Inoltre, il governo Berlusconi continua a negare l'evidenza: e cioè che vi sia la necessità di agire per sostenere la domanda interna (ovvero i consumi delle famiglie!) che, in effetti, è il vero tallone d'achile dell'economia europea. Si continua invece a dire che bisogna fare infrastrutture ecc... il cui effetto, se va bene, lo vedremo tra 10 anni. E soprattutto, si tenga presente che non è la strada più larga o l'aeroporto più capiente che rende veramente competitive le imprese...


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