sabato 15 settembre 2007

Petraeus, Bush & friends...

Era da alcuni giorni che volevo scrivere della questione implicitamente richiamata dal titolo del post... e cioè il discorso del gen. Petraeus al Congresso USA. Poi la discussione sul friulano mi ha un po' distratto...
a - negli Stati Uniti abbiamo assistito ad un generale, considerato politicamene vicino al presidente Cespuglio (Bush per i non poliglotti), che va in Parlamento e dice al Parlamento cosa deve fare; sarò forse legato a pratiche politiche d'antan, ma mi pareva che di solito fosse il parlamento a decidere e i militare venissero convocati per sentirsi dire cosa fare...
b - per restare sul filone (e capirete che il punto che voglio sottolineare non riguarda l'Iraq, ma il rapporto politica-Forze armate), nel 2005 militari italiani dell'Aeronautica in Afghanistan si rifiutarono di decollare con il loro elicottero per una missione asserendo che questi non fosse dotato di sufficienti mezzi di protezione. Io avrei chiamato questo fatto "ammutinamento" o "diserzione". Allora invece AN parlò di "giusta protesta dei nostri militari che richiede un rapido rafforzamento del nostro contingente" e anche la sinistra calavò la questione per dire che Berlusconi mandava i "nostri figli" allo sbando. Ora, a parte che si tratta di militari di professione, un termine elegante e politically correct per chiamare i mercenari, è poi il massimo che un generale allora Capo di stato maggiore dell'Aeronautica avesse ulteriormente affermato che l'episodio era giustificabile.
c - nel 2007 il generale Speciale, comandante della Guardia di Finanza, dopo la decisione del governo di rimuoverlo dall'incarico per "incompatibilità con l'indirizzo politico del governo", ricorre alla magistratura (ordinaria peraltro) e afferma (pubblicamente) che il Governo non doveva rimuoverlo.
Ora:
1 - da quando sono i militari a decidere quali guerra fare o non fare? quando ritirarsi da una missioen all'estero e quando no?
2 - da quando un militare che diserta è considerato "una legittima protesta"????
3 - da quando un governo non può rvocare l'icnarico ad un militare? mi pare che la mancanza di compatibilità con il governo sia motivo più che valido, visto che dovere di un militare è semplicemente: OBBEDIRE...
Vabbè, riflessione mattutina... tuttavia il legame tra politica e forze armate, in un paese costantemente chiamato a tenere all'estero circa 10.000 militari in varie missioni, e in cui c'è una quantità di forze dell'ordine sproporzionata, è un problema che si pone con forza... ed è abbastanza inquietante...

1 commento:

Anonimo ha detto...

commento in ritardo ma spero che leggi. Son d'accordo tranne su 2 cose: bene che i generali non dicano cosa fare, ma a volte è bello che i politici prima di prender una decisione ascoltino anche gli esperti, anche se non il generale Petraeus troppo coinvolto. Però si devono esser convocati. Poi son d'accordo che i soldati dell'elicottero debbano esser considerati disertori. Perchè lo sono. Come lo sono i soldati in Birmania che si inginocchiano di fronte ai monaci. Questo però non impedisce loro di protestare e spero che vorrai lasciar loto questo diritto come persone. Ma in ogni caso andavan puniti, per coerenza, anche perchè se no , senza rischio di punizione, che protesta è?

Andrea