mercoledì 12 settembre 2007

A proposito di friulano...

Se vivete in Friuli... sarete entrate anche voi nel clima parossistico che circonda da alcune settimane il dibattito sulla nuova legge sull'uso del friulano a scuola. Lo scorso 6 settembre la VI Commissione del Consiglio regionale ha approvato la proposta di legge, con i voti favorevoli di DS, Margherita, Cittadini, Rifondazione e Pensionati. Contrari AN, Forza Italia, e astenute UDC e Lega. Favorevoli e contrari alla legge si sono schierati come se si trattasse di un epico conflitto.... Certamente poi sappiamo come vanno le cose e partiti, associazioni, gruppi e gruppuscoli d'interesse hanno ciascuno interesse a tirare l'acqua al proprio mulino, da una parte e dell'altra.

Comunque qualche riflessione direi che è lecita.
Innanzitutto partiamo dalle ragioni del NO alla legge, che potete trovare espresse ad esempio in questo articolo QUI apparso sul Piccolo. Si critica fra l'altro il meccanismo del silenzio-assenso previsto dalla legge: se uno non dice che non vuole usufruire dell'insegnamento del friulano, si dà per scontato che acconsente. Ora, però, acconsente a cosa?
Nel dibattito, a Trieste, in aree "venetofone" della prov. di Pordenone e nell'area isontina, si è parlato di una specie di imposizione del friulano a goriziani, triestini, sacilesi e quant'altro. Non so su quali basi se non un'isteria collettiva, dal momento che la legge prevede la possibilità di utilizzo del friulano come lingua veicolare (cioè: ad esempio insegno la matematica in friulano) solo nei comuni "friulanofoni" ai sensi della legge 482, e dà la possibilità esprimendo il dissenso di evitare questa situazione se non si capisce il friulano.
Dunque, a) non riguarda i triestini, b) se un triestino vive a Udine non è costretto a imparare il friulano.
A parte questo, bisogna dire una cosa... l'utilizzo del silenzio-assenso è un meccanismo di normale utilizzo nelle PA al fine di rendere effettivo un diritto. La pigrizia della gran parte delle persone fa sì che ammettere un diritto non significhi che poi tutti vi ricorrano. O nemmeno che sappiano che possono richiedere quel diritto. Prevedere la possibilità dell'uso del friulano come lingua veicolare senza agire per rendere effettiva questa possibilità sarebbe illogico. Inoltre, dovrebbe essere chiaro che l'uso del friulano come lingua veicolare è un'ovvia conseguenza del riconoscimento previsto dalla legge 482.
Se si vuole giocare a carte scoperte (ma dubito che i critici vogliano farlo) si critichi allora la 482 (non si fa perché costerebbe politicamente troppo in Friuli).

Allo stesso modo, bisogna dire, i guai che sta passando la proposta di legge si sarebbero potuti evitare se non fosse per l'atteggiamento da "Grande Serbia" di alcuni gruppuscoli autonomisti, tra cui Cecotti (il cui sostegno popolare immagino essere non molto maggiore del 2,7% circa conquistato dalla sua lista alle provinciali del 2006...)... in un intervento sulla Stampa, il sindaco di Udine si è accanito contro la possibilità che la legge in discussione preveda che i comuni possano uscire dall'elenco dei comuni friulanofoni stilato sulla base della legge regionale 15/1996. La sua motivazione è che ciò esulerebbe dalle competenze della Regione. Motivazione assa curiosa trattandosi di una legge regionale...
Ma la cosa più assurda è, al di là delle posizioni espresse da Cecotti, quelle espresse da altri autonomisti che si son lanciati in una crociata come se l'uscita di alcuni comuni dalla furlanìe fosse un dramma collettivo degno della secessione del Kosovo.
E dopo ci stupiamo delle guerre interetniche altrove... mah...

Per chiudere con una nota di allegra assurdità, vi riporto le motivazioni secondo le quali per il consigliere regionale Adriano Ritossa (di AN), la legge sarebbe sbagliata: "impone obblighi ai Comuni, agli Enti locali, agli altri soggetti e prevede aggravi che nessuna finanziaria dei prossimi dieci anni sarà in grado di coprire". Ora, a parte il fatto che l'impatto finanziario sarà esiguo, ma a me risulta che TUTTE LE LEGGI IMPONGANO OBBLIGHI ALLA PA o ad altri soggetti. Anche se il centrodestra in genere le leggi non le rispetta... (vd. sciopero fiscale & falso in bilancio...).

7 commenti:

Anonimo ha detto...

Sante parole!
Aggiungo solo una precisazione sulla questione dei comuni che potrebbero voler uscire dall'elenco di quelli friulanofoni. La contrarietà di alcuni a questa possibilità ha la sua ragion d'essere. È infatti possibile che ci siano alcuni comuni (guidati da maggioranze un po' scellerate) che decidano di dichiarars non-friulanofoni nonostante in realtà lo siano. Non è fantapolitica. Era successo così quando era stata applicata la 482 (all'epoca il problema era stato risolto in modo arzigigogolato, per dare la possibilità ai cittadini friulanofoni di qui comuni di godere dei propri diritti). E, ancor oggi, per colpa dlla decisione irrevocabile e testarda del friulanissimo Comune di Barcis, i barcesani friulanofoni non possono godere dei loro diritti linguistici.
Konkwy

Anonimo ha detto...

caro Marco, io utilizzo il friulano a casa e fuori, anche negli uffici pubblici, se i miei interlocutori lo possono e lo vogliono fare. Però ho delle perplessità sulla legge in questione, che derivano dalla volontà di utilizzare un friulano "codificato" (che per me che sono di Gradisca non è proprio agevole da capire) come lingua veicolare, cioè per insegnare (anche) la matematica, la fisica, le scienze nelle scuole. Io faccio ricerca nell'università e ti assicuro che già l'italiano non è proprio la lingua adatta per comunicare i risultati scientifici, ti immagini farlo in friulano? ti dico questo perchè c'è qualcuno che pensa sia utile (prova a navigare in questo sito
http://www.siencis-par-furlan.net). Secondo me in questo modo non si ottiene l'obbiettivo di comunicare meglio e più efficacemente, ma si fa solo un inutile esercizio di traduzione, con un risultato artificioso. Di sicuro non si tutela in questo modo la diversità culturale, che è fatta anche di tante varietà di friulano che si tramandano oralmente. Questo è solo uno dei punti sui quali non sono d'accordo con i legislatori regionali, ma confido che si possa rimediare in aula. Poi concordo con te quando vedi il pericolo che la legge sia usata per imporre una patria del Friuli su basi linguistiche. Alla faccia della multiculturalità che è alla base dell'autonomia della nostra regione!
Linda

Anonimo ha detto...

Cara Linda,
sei una delle poche persone che usano il friulano in pubblico, complimenti! :-)
Temo di non essere del tutto d'accordo con alcuni punti del tuo discorso. Prima di lanciarmi in questa discussione, ti espongo le mie credenziali: sono un linguista, e come tale lavoro, anche in ambito accademico.
1) Qualunque lingua è adatta ad esprimere qualunque concetto. Che esistano lingue più adatte alla filosofia (p.es. il tedesco) o alla poesia (p.es. l'italiano) è un pregiudizio completamente non scientifico. Ciò che è vero, invece, è che determinate lingue possono essere tradizionalmente utilizzate soprattutto in certi cami, mentre altre non lo sono... ma le cose possono cambiare. Ti riporto l'esempio classico: nell'antichità si riteneva che il latino fosse una lingua inadatta alla filosofia (per la quale, invece, sarebbe stato meglio il greco)... poi, però, nella tarda antichità e fino a tutta l'età moderna si ritenne che il latino fosse l'unica lingua nella quale si poteva scrivere di filosofia. Idem con il volgare italiano, che fino a Dante (incluso!!! nonostante abbia scritto il De Vulgari Eloquentia) era ritenuto inadatto alla filosofia ed alle scienze, mentre poi lo si è iniziato ad usare correntemente in questi settori.
2) Né questo disegno di legge, né le leggi esistenti, né le pobblicazioni dell'OLF (ente regionale deputato a stabilire le norme linguistiche) prevedono che si debba parlare il friulano standard, né a scuola né altrove. La paura che si ha che la legge imponga di parlare un determinato tipo di friulano anziché un'altro è completamente infondata.
3) Poi c'è il problema molto complesso delle politiche linguistiche. Se non ho capito male, ritieni che le politiche linguistiche previste dalla legge in discussione non siano quelle adeguate per favorire il mantenimento della lingua friulana. Tu quali proporresti?
Tieni presente che una lingua sopravvive solo se si tramanda in famiglia (questo i sociolinguisti lo sanno da decenni), quindi che cosa proponi di fare affinché il friulano si tramandi in famiglia? Quali sono i mezzi che ritieni appropriati per indurre i genitori a trasmettere il friulano ai figli?
Mandi
Konkwy

Marco Rossi ha detto...

Sul piano dell'uso del friulano per le materie scientifiche... mi vien da pensare che fino a che si tratta di insegnare il moto dei corpi alle superiori si combina anche con il friulano... per il resto, sarebbe meglio usare l'inglese (come un tempo il tedesco e ancor prima il latino, per dire), visto che nell'ambito scientifico ci son sempre state lingue franche internazionali.
Quello invece del friulano "standard" è un problema che effettivamente sollevano molti delle varie aree dove si parlano varietà un po' diverse. Più che altro poi bisogna considerare che per ragioni pratiche è necessario ricorrere a testi (grammatiche ecc...) che facciano riferimento ad un friulano "koinè" ma mi rendo conto che ciò significa anche perdere delle varietà locali.
Credo che la logica alla base della scelta della koinè fatta dall'OLF anni fa sia: tutelare un patrimonio linguistico comune, magari artificioso come il friulano c.d. "standard", piuttosto che far sì che la difficoltà di tutelare le miriadi di varianti locali impedisca una politica complessiva di tutela linguistica. Effettivamente però mi rendo conto che il punto costituisce un dilemma significativo...

Anonimo ha detto...

Stabilire le caratteristiche di una lingua friulana "comune" non è un attentato alle varietà locali. Infatti il principio di fondo è che ognuno può parlare (in quasiasi contesto comunicativo!!) nella propria varietà. Nei contesti scritti FORMALI (p.es. pubblica amministrazione eccetera), invece, ovviamente si è necessario usare una forma comune. Vi immaginate se la Regione (che pubblica ogni tanto avvisi in friulano) dovesse redigerli nella varietà di ogni località in cui viene affisso l'avviso? La lingua friulana comune (o, con un termine meno simpatico, "koinè") è una triste necessità per gli usi scritti formali della lingua.
Giusto per per chiarire ulteriormente la questione: NON ESISTE una lingua friulana comune (koinè) parlata. Esiste solo una koinè scritta, ed il suo uso è limitato a determinati ambiti.
Konkwy

Marco Rossi ha detto...

Grazie della precisazione ;-) dovremmo far leggere questo dibattito a Maran mi sa... :-) (NB - che per chi non lo sapesse aveva minacciato un referendum contro la legge...)

Anonimo ha detto...

Maran dovrebbe leggersi molte cose sul Friuli e sul friulano. Ma lo sai che su Il Piccolo ha dichiarato che le istanze friulaniste hanno origine nel tentativo degli occupanti nazisti di differenziare etnicamente i friulani dagli italinai nel 1943-45???? Le cose qui sono due: o dice ciò perché in buona fede crede che sia vero (allora è un ignorante), oppure lo dice sapendo che è falso (allora è un bugiardo). Non so che cosa sia meglio.
Vabbè lasciamo perdere.
Ti segnalo, piuttosto, un articolo molto pacato di Tullio De Mauro (ritenuto il miglior linguista italiano vivente) pubblicato sul Corriere. Non scende nei dettagli della questione, ma ha una visione di ampio respiro: http://www.lenghe.net/read_art.php?articles_id=1337&PHPSESSID=303051228005eb261290561eea6a4a64
Konkwy