giovedì 5 giugno 2008

Sono un movimentista...

Nel gruppo giovanile del Pd, che in queste settimane si sta costituendo nel Friuli venezia Giulia, si sta sviluppando un dibattito su ruolo e "mission" del movimento giovanile dei Giovani Democratici.

Anche a Gorizia se ne sta discutendo. Animatamente devo dire. Vi riporto un mio intervento pubblicato sul blog dei G.D. di Gorizia www.giovanipdgorizia.blogspot.com.
Buona lettura.

Nei prossimi giorni ci troveremo assieme per discutere della composizione del Coordinamento. Inevitabilmente, faremo delle scelte. In un gruppo che, a me pare, è piuttosto affiatato e molto cresciuto di numero rispetto a 6-7 mesi fa, ci sono inevitabilmente opinioni diverse su come funziona un movimento politico giovanile, aspettative differenti e diversi interessi.
Certamente, dovremmo investire nel futuro: un'organizzazione giovanile è solida se si garantisce che ci sia un costante ricambio in essa, dall'altra parte dovremo garantirci dei "referenti territoriali". E altri ragazzi o ragazze saranno i nostri responsabili "tematici".
Tuttavia, la scelta della "squadra" fa emergere un'altra questione, piuttosto dirimente e non semplice. I "Giovani democratici" dovranno essere più "movimentisti" o più un centro di formazione amministrativa?
E anche: più focalizzati sulle grandi tematiche del nostro tempo, o sullo sviluppo di una politica che nasce dal territorio, che fa emergere le istanze dal basso.
Certamente ci sono pro e contro in tutto. Io, personalmente, ritengo che un equilibrio possa e debba essere trovato.
Un'organizzazione politica giovanile ha un ruolo, io credo, che è fondamentalmente quello di sviluppare una coscienza critica, un ragionare politico: portare un ragazzo tra i 16 e i 29 anni a interrogarsi in maniera seria sui problemi sociali ed economici del suo tempo, e svilupparne la capacità di analisi fino a portarlo a soffermarsi sul COME una situazione negativa si può superare. Ovvero: il parlare di programmi, idee, ecc., non può nascere se non da un'analisi delle situazioni esistenti.
Anche perché, da un lato sono le tematiche nazionali quelle su cui si misura il grado di consenso di una grande formazione politica come il Pd che mira a rappresentare il centrosinistra italiano e la sua tradizione riformista. Dall'altro lato, la politica che nasce dal territorio non può esimere dal confrontarsi con tematiche nazionali (il disagio sociale, il precariato, l'efficacia del sistema dell'istruzione e formazione, solo per fare degli esempi), perché altrimenti finisce per non porsi degli obiettivi di miglioramento dell'esistente, anche a livello locale, e si riduce a semplice amministrazione. Magari ottima amministrazione, ma priva di una visione di lungo termine, capace di incidere davvero sul mondo in cui viviamo.
E io, personalmente, credo che questo sia lo scopo vero del fare politica: migliorare l'esistente, contribuire, ad ogni livello, magari a piccoli passi, a creare una società più equa, più giusto, capace di dare a ciascuno le opportunità che merita.
Peraltro, tutto questo non riduce altri aspetti altrettanto importanti:
- il fatto di essere il "pungolo" rispetto al Pd su molti temi, beneficiando della maggiore facilità di sviluppare un dibattito sincero su molte questioni: in questo senso l'organizzazione giovanile può essere un vero stimolo al Partito democratico, e pertanto dovremo sempre mantenere costante il confronto su temi nazionali: ottima l'idea dei Tavoli tematici sul sistema universitario e scolastico, sul rinnovo delle classi dirigenti, sulla laicità.
- siamo l'interlocutore privilegiato del Pd quando si parla di politiche giovanili: mi piace ricordare, ad esempio, l'importante ruolo avuto da Sinistra giovanile e Giovani della Margherita nella stesura della Legge regionale sulle politiche giovanili, approvata ad aprile 2007 (e per la cui applicazione dovremo batterci!);
- siamo forse l'unico luogo rimasto in cui si fa formazione politica, ad ogni livello: dal formare il futuro consigliere comunale, al formare il cittadino ai problemi del suo tempo. La mia è un'idea "ampia", estesa, della formazione politica;
- non possiamo esimerci da un impegno universitario e studentesco: perché anche in questi luoghi si forma il futuro cittadino; anche qui si fa "cultura", ci si confronta; e anche si fa "battaglia culturale" contro la destra, la cui infiltrazione nelle scuole è ormai preoccupante.

Ecco, penso che dovremo porci degli obiettivi alti.
Che troveranno modo di esplicarci a livello locale. Su tematiche nazionali potremmo agire partecipando a petizioni, raccolte di firme ecc., con dibattiti e iniziative di formazione.
Mentre strumenti di analisi della società esaminati su problemi più "astratti", ci aiuteranno ad affrontare problemi della nostra provincia, della nostra scuola, della nostra università.
Quindi, se volete chiamatemi "movimentista".

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Sono pienamente d'accordo con quanto dici tu. Ho sempre pensato che la politica debba toccare tutti i cittadini, non solo coloro che possono già votare, ma anche coloro che lo potranno fare in futuro; non solo coloro che la fanno per mestiere, ma anche coloro che la "vivono". Insomma, tutti dovrebbero essere sensibilizzati. In più, ribadisco l'importanza fondamentale della formazione dell'elettorato giovanile. Non viviamo più in un'epoca in cui la cultura e l'educazione erano monopolio di pochi. Quindi non possiamo (non dovremmo) accettare l'esistenza di masse di elettori e cittadini "ignoranti", facilmente preda di banalizzazioni e raggiri. Se le persone venissero (in)formate meglio, magari sarebbe più semplice lo stesso operato della pubblica amministrazione. Pertanto da dove partire se non dalla formazione dei giovani?
Saluti

Aidlyn

Marco Rossi ha detto...

:-)
la penso proprio come te.

Personalmente sono molto preoccupato dall'infiltrazione delle destre in scuole e università.
Se per l'università la situazione è variegata (Univ. Ts è un feudo di centrosinistra, Udine un feudo di CL), la situazione nelle scuole è grave, come mi confermano diversi ragazzi che ho modo di conoscere grazie ai Giovani democratici e, prima, nella Sinistra Giovanile.
In particolare, è quasi assente l'associazionismo studentesco di sinistra: l'UDS (Unione egli Studenti) è radicata solo a macchia di leopardo, SDS (Studenti di Sinistra) solo nelle regioni rosse.
Purtroppo, il messaggio poiltico del centrosinistra è poco chiaro, e quindi difficile da comunicare.
Anche per questo, un dibattito interno ed esterno è necessario per sviluppare ANCHE una maggiore comunicabilità verso l'esterno del progetto "riformista".