venerdì 3 ottobre 2008

Il Pd e l'Ulivo

Ho letto poco fa su AprileOnLine che anche i parisiani si organizzano con la loro brava corrente. Ok però la loro non si chiama corrente, perché loro sono ulivisti e contro le correnti. Loro. Vabbè.
In ogni caso, a parte considerazioni sociologiche e antropologiche sulla persona Parisi, che evidentemente ha qualche problema di autostima se non riesce ad accettare di essere un vecchietto, nemmeno tanto simpatico, che ha fatto il suo tempo (ma non era lui a dire che ci voleva un ricambio? o forse intendeva un ricambio altrui?), a parte questo, continuo a non capire tutta questa polemica sul fatto che il Pd avrebbe tradito lo spirito dell'Ulivo, che è necessario tornare all'Ulivo ecc. ec...
Ma scusate, non si diceva che bisognava fare il Partito democratico proprio perché l'Ulivo non bastava più? E fu proprio Prodi (e il fido Parisi) a dire che era necessario un unico grande e solido partito riformista per sostenere l'azione di un candidato di centrosinistra. Mica saran affari miei se il leader non è risultato essere Prodi e nemmeno Parisi. Fatti loro!

D'altra parte, è sotto gli occhi di tutti come la stagione delle architetture, intese come un primato della geometria della coalizione sull'ideazione del programma, sia finita. Per una decina d'anni, nel centrosinistra si è pensato che alla minorità elettorale nel Paese si potesse supplire con architetture coalizionali che dessero una maggioranza al centrosinistra. In realtà tale maggioranza non la si è comunque mai raggiunta, nel 1996 si è vinto perché la Lega corse da sola, nel 2006 si è pareggiato, mentre le vittorie del centrodestra nel 2001 e 2008 sono state nette.
Di fronte alle stentate vittorie, il centrosinistra ha pensato di risolvere la situazione allargando la coalizione a dismisura, così dall'Ulivo riformista del 1996 si è passati a inglobare prima l'UDR-Udeur, poi l'Italia dei Valori, poi si è fatta l'Unione infilandoci dentro anche Rifondazione Comunista. E i Radicali, e questi e quegli altri. Poi ci si lamenta se il governo Prodi è caduto.
E magari si dà la colpa al Pd. Ma per favore.... il governo Prodi era un'agonia continua! e sostanzialmente immobile per impossibilità di mettere d'accordo tutti su una qualunque cosa.

Quanto poi a tornare all'Ulivo, rendiamoci conto che lo spostamento a sinistra dei Verdi sotto la leadership di Pecoraro Scanio, l'indebolimento dell'ala riformista della Margherita (i Democratici) a beneficio degli ex Popolari, l'iper-ideologizzazione retrogada avvenuta nel Pdci (stigmatizzata da Cossutta che ha abbandonato la presidenza del Pdci)... sono tutti cambiamenti che hanno polarizzato la coalizione del centrosinistra: con forze politiche che si sono spostate dal centro riformista o verso il centro moderato o verso la sinistra massimalista. Così che il centro, un'area prodiana e una socialdemocratica (Ds) è diventata troppo esigua per far da traino al governo.

Quindi... l'Ulivo era morto nel 2006, l'Unione era un pasticcio. Se non altro il Pd è uno. Poi che si litighi al suo interno è fisiologico visto che lo si è voluto fare senza discutere prima i principi su cui si basava.

E se poi mi capita che gente che era nei Ds e ha votato la mozione di Fassino si lamenti... bè diamine... quando mi esposi insieme ad altri votando una mozione intermedia come quella di Angius mi si diceva che noi non sapevamo prendere decisioni ecc ecc... Saper di aver avuto ragione non mi consola ma per lo meno che non vengano a lamentarsi con me...


2 commenti:

il Russo ha detto...

Analisi perfetta, ma adesso che Angius è finito nei socialisti, non ti senti più in sintonio con quella famiglia?

Marco Rossi ha detto...

diciamo che due motivi mi portano a considerare impraticabile quell'alternativa:

1 - da un lato, un Ps che rifiuta di fare i conti con la questione craxiani, che propone di candidare Mastelle e altre amenità, non è un ambiente che mi piaccia granché

2 - dall'altro lato, fare politica in un partito che, seppur con un programma che in larga misura condivido, a livello locale è composto da ben che vada 2-3 persone per paese, significa non far nulla. Passare il tempo da un congresso all'altro e poi non fare nulla perché non esiste una struttura, un radicamento sociale. Quidni sarebbe un impegno politico sterile. Almeno il Pd (almeno dalle mie parti) è strutturato, a livello cittadino facciamo, produciamo e combattiamo. Nel PS non sarebbe possibile altro che la mera testimonianza... Diciamo che sono arrivato alla conclusione che con il Pd o la va o la spacca. Se mi stufo lascio stare l'impegno politico e basta.

Infine: per ora l'approdo del Pd nel Pse rimane più probabile che nell'Alde. Se non dovesse andare così, ci ripenserò.