domenica 25 marzo 2007

50 anni fa... l'Europa

50 anni fa nasceva l'Europa: i 6 stati fondatori a Roma, nella Sala degli Orazi e Curiazi del Campidoglio, firmavano il Trattato che istituiva la Comunità Economica Europea.
Da quel 25 marzo 1957 di strada ne abbiamo fatta, ma ora dove siamo? e dove andremo?
Ci stavo riflettendo poco fa (evidentemente non c'avevo nulla di meglio da fare...): l'Europa è un sogno o una necessità?
O meglio, possiamo anche dire che sia sicuramente una necessità, ma il punto è se viene sentita come un obiettivo grande e positivo, oppure un'ineluttabile necessità che ci cade addosso e visto che proprio ci tocca vediamo di adeguarci.
La differenza non è di poco conto, e francamente per chi come me crede davvero nelle opportunità dell'Europa Unita è piuttosto deludente vedere come si sta andando avanti. Al di là dei continui freni alla riforma dell'UE, il punto fondamentale è che quella che doveva essere una soluzione di ripiego (l'approccio "funzionalista" all'integrazione europea pensato da Jean Monnet: ovvero passare per l'integrazione economica per arrivare poi a quella politica) sembra essere diventato un fine di per sè.
E così non ci si rende conto che ormai siamo in una situaziojne paradossale: a Bruxelles ci viene detto che le banane devono essere lunghe tra i 15 e i 28 cm, ma quella stessa Bruxelles non è in grado di dirci se dobbiamo andare tutti in Iraq oppure no, se dobbiamo o non dobbiamo mandare truppe in Libano ecc...
In pratica, ormai l'Europa si occupa di tantissime materie di cui non ci sarebbe alcun motivo che se ne occupi perché il livello nazionale è più che adeguato e forse migliore (sicurezza del lavoro, diritto di famiglia, ecc...) e non si occupa di questione di rilevanza continentale (politica estera, diritto societario e commerciale, politica energetica, ...). Insomma l'isteria istituzionale sta divorando l'Europa.
E in questo simpatico scenario, diverse domande senza risposta mettono alla prova anche un euroentusiasta come il sottoscritto:
Abbiamo fatto bene ad allargarci a 27 paesi?
Faremo bene a far aderire la Turchia?
Quali sono i confini orientali (e meridionali) dell'Europa?
Israele farà parte dell'Europa?
L'Europa diventerà una superpotenza?
Sarà un modello per gli altri o siamo condannati ad essere superati da Cina, India ecc...?

2 commenti:

Anonimo ha detto...

perfettamente d'accordo. Il problema è anche che i nostri rappresentanti rispondono ai singoli stati, e non all'europa unita. Quindi è ovvio che prima pensano agli interessi nazionali,poi all'europa e in questo modo è difficile che venga lasciata all'europa la gestione della politica estera. Io penso che il governo europeo (non più commissione che schifo di nome) venga scelto dal parlamento europeo, e spero che succeda prima del 2009.

Comunque il fatto che il parlamento UE possa decidere su cose come la lunghezza delle banane (o più seriamente sicurezza del lavoro,diritto ecc.)che rientrano nella vita quotidiana,mi fa pensare che questi non siano argomenti considerati importanti dai nostri rappresentanti.Mi chiedo sempre perchè ci ostiniamo a chiamare questa democrazia.
Ciao
Andrea

Marco Rossi ha detto...

Per risolvere la questione dei partiti che pensano a cose nazionali io suggerirei l'obbligo di presentarsi con liste comuni in tutti i paesi europei. Voglio dire: i partiti di sinistra che aderiscono al PSE si presentino tutti sotto il simbolo del PSE!