domenica 18 marzo 2007

Rubare Windows? la Microsoft è pure contenta!

Su QUESTO sito ho trovato la simpatica notizia che la Microsoft è più che felice che Windows venga piratato. Improvviso amore per il free software?
Tutt'altro. Alla Microsoft conviene che Windows si diffonda il più possibile tra le utenze private, perché quando tutti avranno Windows per ragioni di compatibilità e standardizzazione anche enti pubblici e imprese inizieranno a standardizzarsi su Windows... e questi non piratano le proprie copie ma comprano le licenze... e le licenze "professional" costano moltissimo (tipo nel caso di Win XP mi pare sui 1000 euro rispetto ai circa 100 della Home Edition) e quindi Microsoft può gudagnare su quelle licenze.
E ringrazio il mio amico Alessio per avermi fatto notare che il software pirata è in fondo anche la ragione del successo della Playstation, grazie alla possibilità di utilizzare giochi "clonati" e cracckati, vincendo ad esempio la concorrenza di Nintendo che rimane confinata ad una quota marginale del mercato.
Così Jeff Raikes, un dirigente Microsoft, può affermare tranquillamente:
"Noi capiamo che in realtà quello che conta alla fine è quanti pc hanno installato Windows e stanno utilizzando il nostro prodotto. Quello che tentiamo di fare è convertirli poi a licenziare legalmente il software."
Sebbene Microsoft non ha intenzione di alleggerire la propria campagna antipirateria, Raikes ha confermato che sarebbe contro gli interessi della Microsoft attaccare violentemente i pirati facendoli convertire ad altri prodotti alternativi.
E mi viene in mente che tutto ciò si ricollega anche alla questione del peer-to-peer (p2p) e del file sharing che viene ferocemente combattuto dalle major discografiche.
Eppure eliminare il p2p potrebbe esssere una mossa suicida. Di fronte agli enormi costi di lancio dei nuovi dischi e dei nuovi gruppi, il file sharing costituisce la forma di pubblicità con il miglior rapporto costo-efficacia. Completamento a costo zero, ha una diffusione planetaria grazie a internet, ed è già oggi particolrmente efficiente nel far conoscere all'estero gruppi di nicchia (in particolare nella musica punk e underground).
Insomma... W il p2p!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

dato che sul post precedente (i boondock) ero ignorante in materia e mi interessano troppo le nuove tecnologie per fare commenti non accuratamente meditati, ti lascio solo un commento che serve a mollare un colpo, vale a dire che continuo a leggere il tuo blog :-D:-D:-D

Marco Rossi ha detto...

LOL apprezzo lo stesso, grazie :-)