domenica 15 aprile 2007

Wow quelli de Nuovo PSI son 4 in tutti e c'hanno pure le correnti!

Il tema "cosa fanno i socialisti?" stuzzica i lettori a quanto pare... Tra l'altro vorrei sottolineare che probabilmente sono più i lettori di questo blog di quanti non siano gli iscritti al Nuovo Psi... vabbè è una cattiveria ma rende l'idea!
Anyway... dopo aver parlato dello SDI, parliamo del Nuovo Psi... ci sarebbero anche quelli del Partito dei Socialisti, di Bobo Craxi, che stanno facendo il congresso in comtemporanea allo SDI e hanno aderito al progetto di costituente socialista.
In ogni caso la linea di De Michelis e di Battilocchio è di aderire al progetto della costituente socialista. La linea del coordinatore nazionale Caldoro (già sottosegretario nel governo Berlusconi) è contraria alla proposta di Boselli. Battilocchio: "Sono ottimista. La Costituente dei socialisti e' l'ultimo treno e non lo possiamo perdere. Io e Gianni De Michelis vinceremo su questa linea il congresso del Nuovo psi con una larga maggioranza, se non larghissima. Non so se la minoranza di Caldoro uscira' dal partito".
Caldoro afferma invece che la linea del PSI dev'essere quella di una diversa forza socialista alternativa all'attuale centrosinistra. Diciamo che Caldoro da un lato non si rende conto dell'inutilità, se non da un punto di vista autocelebrativo, di un partito dallo 0,6% come il Nuovo PSI, dall'altro lato non riconosce l'attuale sistema bipolare e quindi che un partito socialista non possa che collocarsi a sinistra, pena l'alleanza con forze di destra che gli sono ancora più lontane per pensiero e programmi.
Il Congresso del Nuovo Psi si terrà a giugno. De Michelis e alcuni altri paiono voler passare subito alla costituente socialista. Da parte mia, mi auguro che i Socialisti entrino nel P.D. a rafforzarne la parte laica e riformista... speriamo!

9 commenti:

Anonimo ha detto...

anch'io auspico l'entrata delle forze socialiste nel pd
sicuramente per rafforzarne la parte laica ma sopratutto per la spinta riformatrice che contraddistingue molti di loro.

nel precedente post parlavi dei sentimeti ancora contrastanti che aleggiano, nel nostro partito, nei confronti dei socialisti.

concordo pienamente e vado a dire in giro da un bel po' di tempo che sono cose che non stanno nè in cielo nè in terra

guardiamo avanti non indietro.
costruiamo ponti.

questo cosa che ognuno si chiude nel suo piccolo fortino a ripetere (da solo o inseme ad altri 4) come ha avuto ragione in passato è quantomeno ridicolo.

vogliamo cambiare questo paese? vogliamo procedere fortemente sulla starda delle riforme?
dobbiamo farlo tutti insieme con un grande progetto per il futuro!

la margherita e i ds alzano barricate? ridicolo... anche se fosse così.... i socialisti, se credono nella bontà delle lore idee, nella forza riformatrice che hanno, devono scendere in campo e urlare... battere i pugni.

questo invito ovviamente è rivolto ai socialisti, ma anche a tutti noi

non nascondiamoci dietro ad un dito
non può essere sempre colpa di qualcun'altro

per la serie... mamma non mi lasciano giocare!

Anonimo ha detto...

nota aggiuntiva

mi sono stufata di sentire dire che il modo migliore di essere laici è quello di staccare, dividersi, segnare le differenze (con chi, secondo noi, lacio non è)

l'unico modo per garantire veramente la laicità dello stato è avere un grande soggetto capace di far fronte comune.

nel pd ci saranno anche i cattolici?
beh... è per quale motivo i cattolici non possono essere laici?

anzi, ti dirò, il problema della laicità si pone proprio per i credenti

io, da atea, non ho problemi di laicità... visto che non credo in dio (o nel papa)

Anonimo ha detto...

http://www.demauroparavia.it/61809

De Mauro il dizionario della lingua italiana

lài|co

5 agg., estens., di gruppo, movimento e sim., che dichiara programmaticamente la propria autonomia rispetto a qualsiasi dogmatismo ideologico: partiti laici, nello schieramento politico italiano, ciascuno dei partiti che si definiscono programmaticamente autonomi sia dal dogmatismo cattolico sia da quello marxista; polo l., quello formato da tali partiti | agg., s.m., che, chi rifiuta di uniformarsi rigidamente e in modo acritico a un’ideologia: pensatore l., un membro l. del partito

Marco Rossi ha detto...

Sì... beh... dire noi "ma i socialisti devono scendere in campo e battere i pugni" è un pochino ipocrita. In genere quando lo fanno non li caga nessuno. Pesano poco elettoralmente e quindi sono continuamente inascoltati. Il loro timore di scomparire dentro il PD schiacciati da Popolari e post-comunisti che pensano di doversi ancora faar perdonare di esser stati comunisti e quindi non voglion sembrare anticlericali, bè questo timore dei sociliasti è decisamente concreto e comprensibile.

Anonimo ha detto...

probabilmente la mia incapacità a capire dipende dal fatto che non mi spiego come, ancora oggi, ci siano divisioni tra socialisti/comunisti/popolari di sinistra

secondo te io cosa sono?
perchè io non lo so...
so di essere "sinistra"

oggi che differenza c'è nell'essere socialista e stare nello sdi
o sentirsi di sinistra e stare nei ds?

perchè è più importante quello che siamo stati (che sono stati) più di quello che potremo essere?

perchè vogliono tutti rinchiudersi in piccoli spazi e darsi ragione tra di loro?

ma secondo te, oggi, boselli ha ancora qualcosa in comune con de michelis?
.........

mi dici
"Pesano poco elettoralmente e quindi sono continuamente inascoltati"

concordo
allora perchè non cercano di costruire qualcosa di più grande per contare di più?
per far pesare le proprie idee?

pensi che, stando tutti nella stessa casa, saremmo così diversi?
probabilmente ci sarebbero differenze, o somiglianze, trasversali.
differenze e somiglianze che andrebbero oltre alle divisioni attuali.

scondo te, perchè boselli pensa di poter contare di più "ricostruendo" il psi?

perchè la paura di "restare inascoltati" è più forte della sfida di costruire qualcosa di importante, un soggetto che possa avere un grande progetto per l'italia?

Marco Rossi ha detto...

posso dire una cosa per farti capire il problema?
dici: perché non entrare a far parte diq ualcosa di più grande.
Ebbene, riflettiamo su qual è stata la sorte dei tanti socialisti entrati nei DS.
Valdo Spini non l'ha mai cagato nessuno, né i tanti altri. Amato è stato usato come zerbino per la candidatura di D'Alema/Napolitano alla presidenza della repubblica. E nel 2000 i DS non ci pensarono nemmeno a proporlo al posto di Rutelli per le politiche dell'anno successivo.
Insomma, la classe dirigente dei DS non è PCI+PSI
ma "PCI only" con qualche socialista come souvenir...

il problema delle differenze, come dici tu, è che in realtà tali differenze ci sono solo nei vecchi... la mia idea è che la classe dirigente PCI/DS andrebbe decimata con una bella mitragliatrice, e allora faremmo un bel partito di sinistra decente.

Insomma a volte per costruire qualcosa i figli devono uccidere il padre. E i DS non hanno mai ucciso il PCI.

Anonimo ha detto...

sull'ultima parte concordo pienamente

il progetto ds è in parte fallito proprio perchè non c'è stata forte volontà a rinnovarsi.

insomma "tanto ierimo sempre noi (quei del pci) solo con un altro nome"

insomma ci hanno provato ad "autoriformarsi" ma non ci sono riusciti.
parlo di tutti in questo caso, non solo della classe dirigente.
(nella mia bellissima sezione muggesana, c'è la foto di berlinguer... mica quella di pertini... :-D)

però adesso il problema quel'è?
come usciamo da questo pantano?

come spieghiamo ai nostri amati padri (e madri) che bisogna guardare oltre?

e mi sa caro marco che sarà un compito che spetterà sopratutto a noi!

Anonimo ha detto...

nb: ma hai letto il blog di gianni cuperlo?
anhce lui parla di parricidio nell'ultimo post...

www.giannicuperlo.it
"2. domenica scorsa avete letto la doppia pagina dell'inserto culturale di Repubblica dedicata a Umberto Saba? se non lo avete fatto molto male. Era davvero interessante. In particolare c'era una citazione che ho trovato bellissima (e che mi ronza nella testa da domenica mattina). Questa. Scriveva Saba, perché l'Italia non ha mai conosciuto lungo tutta la sua storia una vera rivoluzione? E si dava questa risposta. Perché la storia del nostro paese non è fondata sul parricidio ma sul fraticidio. Siamo l'unico paese al mondo (forse) a poggiare i propri natali (veri o leggendari che siano) su un fraticidio. Mentre le rivoluzioni, tutte le vere rivoluzioni, sono sempre la ribellione contro il vecchio, il padre, l'autorità che precede. Invece la storia italiana è lotta di fratelli: Romolo e Remo, Mussolini e i socialisti....nella nostra tradizione i figli prefersicono invocare la protezione del Padre e il suo benestare per sterminare i fratelli. Non lo trovate illuminante?"

Marco Rossi ha detto...

In effetti non avevo letto Cuperlo ma trovo che come sempre sa fare ha centrato il problema.
Certamente il ricambio passa da noi.

La cosa che mi rende perplesso è che il P.D., ancora, non sta andando verso questa direzione ma piuttosto quella di una preservazione dell'attuale classe dirigente.
Mah...

...potremmo andare tutti a Firenze in comitiva e fare uno stilicidio di delegati "psotcomunisti" :-D