lunedì 29 ottobre 2007

Quei ch'eruttan "ce fastu?"

Pare che la frase che titola questo post si attribuisca a Dante. Ma non essendo dantofilo non vi saprei dire se sia vero. Comunque, suvvia, è vero, il friulano non è una lingua molto poetica, soprattutto a causa della tradizione letteraria non eccelsa, anche se, è vero, esempi letterari in friulano ce ne sono diversi sin dal tardo medioevo e fino ai giorni nostri, con esempi anche notevoli in alcune epoche, e purtroppo una tendenza all'impoverimento a seguito della dominanza dell'italiano come lingua letteraria a partire dal Cinquecento (ma come non dimenticare che Ciro da Pers, poeta barocco, scrisse anche in friulano?).
Comunque sia, non di questo volevo parlare, ma della discussione sviluppatasi sul blog di Bruno Zvech (nei commenti a questo post) a proposito del friulano.
Un frammento di antifriulanofono (passatemi la semplificazione), scelto un po' a caso rispetto a tanti commenti simili comparsi in passato (ma che sono troppo pigro per ripescare, sorry)...
FRANCESCA: mi auguro che il Pd regionale tutto prenda le distanze da un orrore come quello partorito in Regione e - dovendo applicare la 482, sia perchè legge dello stato, sia perchè legge voluta da moltissimi per tanti anni, sia perchè legge giusta e costituzionale - lo faccia in base al finanziamento di progetti volti ad arricchire il bisogno di cultura e non a ridurla a una pagliacciata che, tra l’altro, mina l’autonomia scolastica invocata a più voci.

2 commenti:

Marco Rossi ha detto...

Per maggiore comprensione di ciò che ne penso, riposto qui un mio commento sul blog di Bruno Zvech:

Marco Rossi ha detto:

31 Ottobre 2007 at 12:29 am
ritorno un attimo sull’argomento FRIULANO…

SANDRO ha scritto che: “trovo sbagliato che nelle scuole si insegni il friulano” (senza spiegare perchè èerò lo trova sbagliato…)
“E l’uso del cosiddetto friulano veicolare mi sembra ancora peggiore.” (e ridaie…)
“Il friulano andrebbe forse lasciato agli specialisti.” >>> bè allora potremmo anche decidere di eliminare TUTTE le lingue e parlare solo inglese (o cinese?)… non pensate che la pluralità delle lingue sia una grande ricchezza culturale?

Cmq sia… c’è da considerare una cosa. Se una parte della società chiede che sia dato modo di coltivare l’uso di una lingua, al fine di evitarne nel tempo la scomparsa, tale richiesta va contrastata? Non si tratta di chiedersi se va SOSTENUTA… ma se va CONTRASTATA… poiché scopo della politica è farsi portavoce delle richieste dei cittadini, facendo una lista delle priorità (e in questo compito “gerarchizzatore” trovo il compito dei partiti)… e una richiesta può essere bocciata a prescindere solo se lede la libertà altrui…

quindi qualcuno sarebbe così gentile da spiegarmi perché il NO al friulano?

Anonimo ha detto...

Mah! io direi che è un buona possibilità per conservare le tradizioni, che è una cosa splendida. Però è difficile da applicare. Alla fine il friulano che si parla a rigolato e a cormons son molto diversi da quello ufficiale. A sto punto non ha alcun senso insegnarlo. Sarebbe meglio fare lezioni di tradizione del paese, storia locale e lingua locale. Senza stare a tradurre la divina commedia in friulano come ho sentito. In ogni paese si può trovare qualcuno con bagaglio culturale sufficiente a raccontarti qualche storia. Magari invitando anche qualche vecchietto del paese, che ti racconta che succedeva nella seconda guerra. E poi chiaccherate in friulano, spiegando che si dice "cuviert" e non "tet" per esempio (almeno a gemona). Insomma un approccio così mi piace. Ma comunque mai una cosa obbligatoria. Lo stato è sempre l'italia ed è l'italiano che prima di tutto bisogna imparare. Già le scuole funzionano male sarebbe meglio metter a posto quelle prima di imbarcarsi in queste cose che sono un utile sovrappiù, ma sempre un sovrappiù.

Andrea