giovedì 15 febbraio 2007

Premiare l'anzianità anziché il merito. E la nave indietro va...

Si dice spesso che la classe politica italiana è molto più anziana della media europea. Si darebbe però per scontato che invece nel settore privato vi siano dinamiche meritocratiche più affini a quelle che vediamo nel resto d'Europa. Davvero è così?

L'articolo che ho trovato qui, sul sito lavoce.info (vera miniera di informazione puntuale ed aggiornata).
Se l'argomento vi interessa, vi consiglio di dare una rapida letta al breve intervento. Il punto centrale della tesi degli autori è comunque questa:
Quale motivo può indurre una selezione dei dirigenti che premia l’anzianità (anagrafica e di servizio) a scapito dell’efficienza? Secondo la letteratura aziendale, l’affermazione di un manager non dipende solo dalle sue capacità operative, ma anche da quelle relazionali e dal fatto di appartenere a un network. Questa ipotesi aiuta a interpretare il fenomeno dell’invecchiamento in Italia. [...] La rete si costruisce principalmente col tempo, e i giovani sono quindi meno "connessi" degli anziani.
Come vedete, quindi, anche qui si tratta di colpire i corporativismi (di relazione, in questa cosa) per dar spazio ai giovani, a nuove idee, al futuro.

Nessun commento: