martedì 27 febbraio 2007

Primarie qua, primarie là...

Le primarie a quanto van di moda ultimamente...
Io personalmente le ritengo un ottimo modo per favorire una maggiore partecipazione della società alle scelte politiche. Inoltre, sottoponendo le candidatura ad un imprimatur popolare, si realizza una preselezione che, accentuando la competizione interna ai partiti, dovrebbero favorire una crescita qualitativa della classe politica. Diciamo che, a mio avviso, difficilmente attorucoli o sportivi vincerebbero le primarie per le candidature politiche, mentre oggi spesso i partiti si lasciano sedurre dalla fama dei cognomi e li candidano (a dimostrazione di come il nostro sistema politico sia ormai alla frutta).
Veniamo all'oggi, dunque. Nel centrodestra, Berlusconi ripropone le primarie per la scelta del leader della Casa delle Libertà. Una possibilità che è scartata da Casini: «Quella delle primarie è la solita boutade. Come tutte quelle proposte in questi mesi». Del resto l'UDC continua sempre più a smarcarsi dalla leadership berlusconiana. E paradossalmente ciò potrebbe anche favorire lo sviluppo del partito unico della destra, visto che risulterà più agevole creare una federazione a due (FI-AN) che a tre. Intanto Maroni smarca anche la Lega Nord, riaffermando che le alleanze della Lega sono in funzione dei suoi obiettivi strategici, in primis il federalismo fiscale e, ora, anche la riforma della legge elettorale. E sappiamo che Maroni ha già incontrato il ministro per i rapporti con il parlamento Vannino Chiti.
Insomma il problema fondamentale del centrodestra è che le primarie non possono riuscire a svolgere la funzione di ricompattamento visto che alla base non vi è la condivisione di un progetto politico comune. Per il centrosinistra le primarie svolgono essenzialmente una funzione di selezione dei candidati e di legittimazione, visto che la condivisione della piattaforma c0'è a priori ed è frutto di un accordo politico. Se così non fosse rischierebbe di venir meno l'accettazione del responso della consultazione "pre-elettorale".
Ma nel centrodestra è proprio la piattagorma comune a mancare... e quindi la moda delle primarie difficilmente riscuoterà un gran successo a destra.
Intanto la questione primarie torna prepotentemente alla ribalta anche a Gorizia. La Margherita, dopo la vittoria della fazione antibrancatiana, o "dissidente", non so bene come chiamarla, è ora in cerca di un nuovo candidato. Ovviamente aspettiamo con ansia le proposte della Margherita: essendo il primo partito del centrosinistra cittadino è chiaro che saranno proposte che avranno un certo peso. Poi ovviamente le altre anime del centrosinistra presenteranno candidature alternative. Brancati sembra disponibile a farsi da parte, purché il candidato alternativo sia anch'egli in grado di coalizzare l'intero centrosinistra, da Margherita e Italia dei Valori a Rifondazione. L'obiettivo fondamentale è l'unità del centrosinistra.
Spero a questo punto che si ricorra alle primarie come via per la decisione definitiva. Anche perché a 2 mesi dalle elezioni diventa difficile trovare un candidato abbastanza conosciuto in città... e le primarie possono quindi essere l'occasione per lanciarlo anche mediaticamente. Una specie di tramppolino, oltre che un'occasione per affiatare i militanti e mettere alla prova la macchina propagandistica e organizzativa per la campagna elettorale.
Ma c'è una cosa... il tempo. Occore fare in fretta. Non possiamo riconsegnare Gorizia al centrodestra. Non vogliamo ritornare ad una città divisa da odi reciproci e diffidenze risalenti a 60 anni fa. non vogliamo che Gorizia, da simbolo dell'Europa unita, torni ad essere simbolo di un'Europa divisa.

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