domenica 11 febbraio 2007

Mio intervento al congresso regionale

Ciao a tutti. Ieri si è dunque tenuto il congresso regionale della Sinistra Giovanile del Friuli-Venezia Giulia. In un successivo post, a mentre fredda, commenterò il congresso, che comunque ha offerto una serie di spunti molto interessanti.

Intanto, vi presento il testo del mio intervento al congresso:

Care compagne, cari compagni,
come tutti sapete nei giorni scorsi le unioni di fatto hanno praticamente monopolizzato il dibattito politico italiano. Il governo ha approvato un disegno di legge che costituisce la risposta concreta ad un’esigenza fortemente sentita dalla società italiana. Purtroppo l’aspetto ideologico, aprioristico, con cui il dibattito si è sviluppato, non ha permesso l’emergere delle ragioni di fondo di tale provvedimento. Sarebbe altrimenti emersa con forza l’anomalia italiana rispetto al resto dell’Europa, dove leggi simili sono in vigore spesso da molti anni. E a meno di ritenere che la società italiana fosse essa stessa anomala, che costituisse un caso unico per cui in essa non si manifesterebbe quella stessa esigenza, risulta evidente che anche in Italia non poteva mancare una legge che regolasse le unioni di fatto, a meno che la politica, chiudendo gli occhi alla realtà, decidesse di venir meno al proprio dovere di servire il cittadino.
Non solo: l’impostazione ideologica del dibattito ha certamente messo in difficoltà i Democratici di Sinistra, che da sempre hanno affrontato la questione con serenità, razionalità, consci che si trattava di rispondere ad una richiesta che veniva dal basso più che a un principio ideologico. Forse questa razionalità, in un momento in cui il dibattito era particolarmente acceso, ha fatto apparire il partito come debolmente o solo parzialmente impegnato su questo tema. E certamente i vertici nazionali dei DS in determinati momenti non hanno compreso come servisse, anche per non perdere fette di elettorato, alzare la voce sui temi civili.
Oggi comunque, a quanto pare, siamo sulla buona strada per raggiungere un risultato storico per il nostro paese. Piuttosto che minacciare o distruggere la famiglia, saremo invece in grado di ampliare la sfera dei diritti. “Ampliare i diritti”: è questo, in sostanza, che significa “laicità”. E di fronte a chi solleva obiezioni di carattere morale sulla base di propri convincimenti religiosi, dovremmo rispondere che lo Stato laico è lo stato che garantisce a tutti, indipendentemente dal proprio essere o non essere credente di questa o quell’altra religione, il più ampio grado di riconoscimento di diritti e libertà.
Andando oltre il tema delle unioni di fatto, vorrei spendere alcune parole a sostegno di due ordini del giorno che in qualità di primo firmatario ho presentato alla discussione congressuale. Mi riferisco all’ordine del giorno di carattere nazionale intitolato “Una nuova stagione di diritti. Portiamo l’Italia in Europa”, e a quello di carattere regionale intitolato “Per l’impegno della Sinistra Giovanile regionale contro le discriminazioni e per una campagna antiomofobia”.
L’impegno della sinistra riformista sul fronte dei diritti civili non può infatti ridursi alla battaglia sulle unioni di fatto. Ora che un risultato di tale importanza è a portata di mano, dobbiamo porci nuovi traguardi. L’obiettivo prioritario, insito al DNA dei valori della Sinistra, deve certamente essere quello di estirpare quei fattori e quei comportamenti che, discriminando nella vita quotidiana le persone omosessuali, bisessuali e transgender, ne limitano di fatto la possibilità di godere appieno delle opportunità che la società offre loro, impediscono cioè quel “pieno sviluppo della persona umana” che è sancito dall’art.3 della Costituzione.
Il pregiudizio e l’omofobia sono ancora oggi elementi che impediscono un’effettiva uguaglianza e una completa fruizione dei propri diritti da parte delle persone omosessuali. Nell’ambito lavorativo, ciò si concretizza spesso nell’ostacolo ad una vita e una carriera professionale gratificanti. Nell’ambito scolastico, l’adolescente omosessuale viene ancora spesso emarginato e umiliato, un comportamento tanto più grave in quanto colpisce la persona nella fase della definizione della propria identità, anche affettiva. Per non dimenticare infine le aggressioni e gli atti di teppismo a sfondo omofobico che ricorrono nella cronaca, anche in Regione.
Concludendo, ritengo personalmente che la cultura dei diritti debba diventare parte integrante della cultura politica di una moderna forza di sinistra. E ritengo soprattutto che ancora prima dei grandi provvedimenti legislativi, sia nostro compito attuare questa cultura dei diritti nella battaglia politica quotidiana, nella costruzione di un insieme di valori in cui la persona umana è considerata per quanto vale, per ciò che è realmente piuttosto che in base a pregiudizi e ad arbitrari giudizi morali.Per questo motivo, infine, invito i compagni delegati a votare a favore dei due ordini del giorno in questione.
I commenti e le opinioni sono benvenute!

13 commenti:

Anonimo ha detto...

sono riuscita a mettere un commento Marco^^! Mi piace il tuo pensiero^^e anche il tuo blog è molto bellino^^
un bacione, stella

Marco Rossi ha detto...

Grazie Stellina... son contento che il Klam-Pensiero ti piaccia... alla fine son contento anche di aver fatto il discorso più breve tra quelli del congresso... così almeno non ho annoiato nessuno eh eh!

Anonimo ha detto...

ma anch'io sono stata (incredibilmente) breve..... soprattutto per i miei standard!

Laura

Marco Rossi ha detto...

sì hai ragione,. brava! a parte che io non riesco come tu faccia a parlare a braccio... io quando ci provo mi perdo e mi dilungo senza dir nulla: vedi congress provinciale a Monfalcone (chiedi a STefan), quindi preferisco prepararmelo prima il discorso. Poi scusami ma di interventi interessanti non ce ne sono stati molti no? almeno è parso a me, il mio almeno DICEVA QUALCOSA...

Anonimo ha detto...

diciamo che alcuni hanno voluto parlare solo di organizzazione.... e la politica se la sono dimenticata per strada....
ma sai, prendere posizione significa anche rischiare che qualcuno non sia daccordo con te....

Marco Rossi ha detto...

e come sappiamo bene a certi energiumeni ciò non piace... perché per alcuni la politica significa distribuire volantini... vabbè sto zitto che è meglio :-(

Anonimo ha detto...

Ovviamente, caro Marco, sappiamo tutti che le idee, le proposte e le analisi politiche che restano nelle stanze di partito e non vengono divulgate, anche con duri volantinaggi, restano solo parole parole parole. Udine insegna.

Marco Rossi ha detto...

sì d'accordo. Questo è ovvio. Penso solo che non si debba mai smarrire il giusto equilibrio tra il mezzo (il volantinaggio, ad esempio) e il fine (un certo obiettivo politico). Si tratta di equilibri, ecco. :-)
L'estremo opposto, del resto, è altrettanto pernicio... c'è chi ritiene che il compito di un circolo sia fare tante simpatiche iniziative per i propri iscritti ma poi non sa nulla di "politica sul campo" (ehm... non vi dico a chi mi riferisco ma a gente di gorizia...), così che più di un partito si potrebbe trattare di un circolo culturale e sarebbe lo stesso.
Insomma credo si debba stare attenti ad entrambi i rischi.

Marco Rossi ha detto...

Ah, cmq... Michele avrà capito (suppongo) che mi riferivo all'intervento del mio omonimo Pasutto. L'intervento era del tutto condivisibile. Che la Sinistra Giovanile abbia necessità di darsi una maggiore visibilità è verissimo. Tanto più qua a Gorizia, aggiungo. Più che altro mi ha deluso il fatto che in sede congressuale si sia deciso di intervenire su quell'argomento. Non perché non sia importante parlarne, ma perché è una delle poche occasioni in cui tutta la SG regionale si riunisce per "parlare di politica" e quindi, almeno per quanto mi riguarda, preferivo sentire interventi di carattere politico. Pasutto che ne dice? (gli linko il blog così risponde in prima persona...). Gli altri che ne pensano?

Anonimo ha detto...

Io vorrei capire chi è il genio di Pordenone (visto che sono così bravi a giudicare il lavoro degli altri) che ha scritto l'emendamento nel quale si parla di escludere dal futuro Partito chi ha patteggiato una pena o il cui reato è stato prescritto.é chiaro che il significato di questi concetti giuridici sfugge, e non di poco, a chi l'ha scritto e a chi l'ha votato al congresso di Pn......

Marco Rossi ha detto...

sì ok... stati buoni comunque. (lo dico preventivamente: non litigate sul mio blog!).
Quell'emendamento in effetti non andava nemmeno presentato. Mi aveva lasciato abbastanza perplesso in effetti.

Anonimo ha detto...

L'emendamento non ha visto rispecchiare lo spirito con la lettera. doveva essere formulato in modo più articolato. detto ciò comunque rimane che non è questione concettuale giuridica, ma di moralità nella gestione della cosa pubblica.
Ultima cosa a chi non si è firmato di Udine , puntualizzo che sono principalmente i fatti che giudicano. se vuoi te ne posso raccontare un po'.

Marco Rossi ha detto...

Sull'emendamento, C'è da dire purtroppo che forse la stessa procedura congressuale non facilita l'adozione di emendamenti complessi. O almeno così mi è parso, no?
Cmq il punto sulla moralità della politica è, credo, uno dei punti su cui si giocherà anche il P.D.